“Entro il 2023 avremo, almeno all’interno del mercato di Roma, un punto di vendita dedicato esclusivamente ai prodotti biologici”. A fornire in esclusiva l’annuncio a GreenPlanet sui tempi di apertura dello spazio bio all’interno del CAR Scpa, è Fabio Massimo Pallottini, il direttore generale del primo Centro agroalimentare d’Italia e uno dei principali in Europa, nonché presidente di Italmercati e coordinatore europeo del Wuwm (World union of wholesale markets).
”Mentre in passato – racconta Pallottini – c’erano infatti una serie di difficoltà normative che impedivano di vendere nello stesso ambiente ortofrutta tradizionale e biologica sfusa, oggi questo è possibile, sia pure rispettando, naturalmente, una serie di regole. Di conseguenza possiamo realizzare un punto vendita dedicato esclusivamente ai prodotti biologici, su Roma ci stiamo lavorando già da tempo. A questo però si deve affiancare una maggiore promozione e diffusione del consumo di prodotti bio. Ritengo in particolare che si debba lavorare affinché ci sia un incremento della domanda da parte della ristorazione, che oggi presenta una domanda molto debole e invece ci sono margini importanti di crescita”.
– Presidente, i grandi mercati all’ingrosso italiani per quali motivi si interessano al bio?
“E’ un segmento che vede l’Italia svolgere un ruolo importante nella produzione ma dove i consumi hanno ancora margini di crescita considerevoli, considerato il diffondersi dell’attenzione ai temi ambientali e dello sviluppo sostenibile, soprattutto tra la fascia giovane dei consumatori. Il grande mercato deve quindi prevedere qualcosa del genere. Inoltre, ritengo che un mercato come quello di Roma, e non solo, debba avere uno spazio biologico – e in parte già c’è – che vada oltre l’ortofrutta, per dare risposta ai ristoranti o agli esercizi che vendono magari non solo ortofrutta ma anche pasta e vino bio”.
– In quali nuove iniziative sono ora impegnati i mercati agroalimentari all’ingrosso?
“Nei mercati c’è la tendenza in generale a guardare a quella che possiamo chiamare innovazione di prodotto, i mercati si stanno aprendo sempre più a innovare rispetto al modo classico di commercializzazione. Oggi le nostre strutture hanno diversificato molto nella logistica, nella lavorazione del prodotto, ci sono esperienze di tipo diverso che si stanno affermando e credo questa sia un a caratteristica dove anche un settore come il biologico può trovare spazio e adeguato ruolo”.
– E’ un momento di difficile congiuntura per l’ortofrutta, come reagire?
“In generale il settore soffre perché siamo di fronte a un aumento importante dei costi di produzione e i consumi che tendono invece a ridursi e questo è molto preoccupante. Come rivelano recenti rapporti, ci sono famiglie che per la crisi economica hanno rinunciato o tendono a rinunciare al consumo della frutta e ciò è molto grave. In generale ritengo che bisogna far sì che ci sia che ci sia la possibilità, per chi deve fare la spesa, di conoscere meglio le opportunità che ci sono in ogni momento dell’anno sul fronte prezzi, mettendo in evidenza quali prodotti sono più a buon mercato di altri. Noi mercati ci sforziamo di farlo sapere con la nostra rilevazione settimanale, elaborata assieme a Unioncamere, dove segnaliamo i prodotti più convenienti. La diffondiamo sul nostro sito, alla stampa, ai canali social. Tutti i venerdì facciamo questa Borsa della spesa che ritengo uno strumento molto utile e mi auguro trovi una diffusione ancora maggiore”.
– Altre iniziative a favore del consumatore?
“Siamo sempre più una piattaforma legata all’educazione ambientale e consigli per alla sana alimentazione, questo è un ruolo che ci stiamo ritagliando non solo in Italia ma anche a livello europeo, un ruolo che svolgiamo sempre di più anche in funzione del fatto che siamo prevalentemente aziende pubbliche e quindi sentiamo anche un ruolo e una funzione di questo tipo”.
Cristina Latessa