Con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2018/848 e il progressivo aggiornamento degli accordi bilaterali tra l’Unione Europea e i Paesi terzi, la Commissione Europea e il Ministero dell’Agricoltura Giapponese (MAFF) hanno concordato l’estensione dell’accordo di equivalenza in ambito biologico.
Questa modifica regolamentare, ufficializzata a maggio 2025, riconosce l’equivalenza reciproca dei sistemi di controllo estendendo l’ambito di applicazione agli animali vivi e ai prodotti di origine animale non trasformati, nonché a tutti i prodotti agricoli trasformati destinati ad essere utilizzati come alimenti, compresi il vino e le bevande alcoliche, finora esclusi dal precedente accordo del 2013.
Dal 16 maggio 2025, i produttori europei possono esportare vino biologico in Giappone con la sola certificazione UE, senza necessità di ottenere la certificazione secondo il Japanese Agricultural Standards (JAS), a condizione che l’importatore giapponese sia certificato.
L’estensione dell’accordo anche agli animali, al vino e alle bevande alcoliche in generale segna un passo fondamentale per facilitare il commercio internazionale di prodotti biologici tra i due mercati. Questo accordo rientra tra i più significativi a livello globale nel settore del biologico e ha implicazioni pratiche dirette per produttori, esportatori, importatori e consumatori.
Il termine “equivalenza” in questo contesto significa riconoscere reciprocamente che i rispettivi sistemi di produzione, controllo e certificazione biologica raggiungono lo stesso livello di garanzia anche in termini di tutela per l’ambiente, il benessere animale e la salute dei consumatori.
In pratica, pur avendo norme diverse (Reg. UE 2018/848 in Europa e Japanese Agricultural Standards, in Giappone), entrambe le parti ritengono che i reciproci standard siano sufficientemente rigorosi da assicurare che un prodotto possa essere considerato biologico anche nell’altro mercato.
Questo permette ai prodotti certificati in uno dei due Paesi di essere riconosciuti come biologici, senza bisogno di richiedere doppie certificazioni.
Perché è importante e quali sono i vantaggi?
Con consumatori giapponesi sempre più attenti alla sostenibilità e all’origine dei prodotti, l’estensione dell’equivalenza apre nuove opportunità per i produttori italiani di vino biologico.
L’origine italiana, o in generale europea dei prodotti biologici, è sinonimo di qualità e credibilità nella percezione giapponese. Tale valore aggiunto fa presupporre una crescita della domanda di vino biologico in Giappone e grandi opportunità per i produttori europei. La riduzione delle barriere al mercato porterà ad una semplificazione delle esportazioni con un accesso facilitato al mercato, in tempi più rapidi.
Il mercato del vino in Giappone rappresenta una delle realtà più affascinanti e dinamiche del panorama asiatico, caratterizzato da una forte tradizione locale e incursioni di influenze internazionali. La forte dipendenza dalle importazioni, che rappresentano la principale fonte di approvvigionamento per questo Paese, mostra il forte apprezzamento per i vini stranieri, prediligendo i prodotti europei, vini premium e di nicchia. In questo contesto, il Giappone si conferma un mercato strategico per i produttori italiani, che possono puntare su qualità, autenticità e storytelling per soddisfare le elevate aspettative dei consumatori locali. Nonostante il consumo limitato del vino (il Giappone si colloca tra i Paesi con consumi più bassi rispetto agli standard internazionali), il mercato è in crescita, sostenuto da una popolazione sofisticata che associa il vino a uno stile di vita raffinato e a esperienze culinarie di alta qualità. L’importanza attribuita alla qualità, al packaging e alla narrazione del prodotto crea delle vere opportunità per i produttori italiani, che possono puntare su vini biologici per conquistare i consumatori giapponesi.
Chiara Clementini
Ufficio Attività di controllo e certificazione Prodotti Biologici di CCPB