NGT, deregulation e rischio per il bio: il fronte del NO dopo l’accordo provvisorio UE

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L’accordo provvisorio raggiunto da Commissione, Parlamento e Consiglio UE sulle Nuove Tecniche Genomiche (NGT, o TEA nella definizione italiana) ha aperto un fronte di contestazione diffuso tra organizzazioni del biologico, associazioni agricole, ambientaliste e realtà della società civile (vedi intervista in esclusiva a Mammuccini, pres. FederBio).
Il compromesso, frutto delle forti pressioni politiche delle ultime settimane, è giudicato da molti osservatori come un passo indietro sul fronte della tutela degli agricoltori, della biodiversità, della libertà di scelta dei consumatori e della tracciabilità della filiera.

IFOAM: “Accordo raggiunto a qualunque costo, si rischia la sovranità alimentare europea”

Per IFOAM Organics Europe, l’intesa tra le istituzioni europee presenta “gravi carenze” e nasce dalla volontà di “forzare una conclusione il prima possibile e a qualsiasi costo”.
Il presidente Jan Plagge sottolinea come, sulla base di “promesse ipotetiche” legate al potenziale contributo delle NGT alla sostenibilità, il futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione europee venga “messo a rischio”, insieme al diritto dei consumatori di sapere cosa contengono i loro alimenti.
Plagge ricorda che nel 2024 il Parlamento europeo aveva votato per introdurre chiare garanzie su brevetti e tracciabilità, elementi che l’accordo provvisorio non riflette più in modo soddisfacente. “Questo accordo di trilogo – afferma – non include alcuna disposizione efficace per limitare la portata dei brevetti e proteggere la libertà di operare dei costitutori europei. Senza una soluzione giuridica, l’UE rischia di ostacolare la vera innovazione anziché promuoverla”.

Le associazioni italiane: “La liberalizzazione delle NGT1 mette a rischio bio, biodiversità e consumatori”

Le principali organizzazioni contadine, biologiche, ambientaliste e dei consumatori italiane condannano senza appello l’accordo, denunciando l’introduzione di una distinzione arbitraria tra NGT1 e NGT2.
Una divisione che, secondo le associazioni, equipara alla naturalità il 94–95% delle nuove modifiche genetiche in fase di studio, eliminando valutazione del rischio, etichettatura e tracciabilità.

Secondo le organizzazioni, la liberalizzazione delle NGT1:

  • consentirebbe la diffusione in campo senza alcuna responsabilità o tracciabilità,
  • esporrebbe il biologico e le produzioni OGM-free alla perdita della certificazione,
  • metterebbe a rischio la biodiversità agraria italiana,
  • aprirebbe alla migrazione incontrollata di geni brevettati, con possibili richieste di danni agli agricoltori contaminati,
  • lascerebbe i consumatori all’oscuro, ovvero privati dell’etichetta oggi obbligatoria per gli OGM.

Altro nodo critico è la patentabilità: l’accordo non limita i brevetti, aprendo la strada – secondo le associazioni – alla privatizzazione di caratteri genetici naturali, alla biopirateria e a un incremento dei costi per gli agricoltori. In attesa dei voti decisivi in Consiglio UE e Parlamento Europeo, le associazioni chiedono alla politica “di far naufragare questo accordo pessimo per persone, agricoltura e pianeta”.
Firmatarie dell’appello: Centro Internazionale Crocevia, Associazione Rurale Italiana, FederBio, Agricoltura Biodinamica, FIRAB, Fairwatch, Pro Natura, LIPU, Movimento Consumatori, Navdanya International, Terra!, Slow Food Italia, Legambiente, Greenpeace.

AIAB: “Deregulation totale, si mette a rischio un’intera eccellenza italiana”

Anche AIAB ritiene che l’intesa UE rappresenti una deregulation totale delle nuove biotecnologie, destinata ad avere impatti profondi sul settore bio e sulla tutela dei consumatori.
L’associazione ricorda che due sentenze della Corte di Giustizia UE hanno equiparato tutte le NGT agli OGM, imponendo valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura.

Secondo AIAB, l’accordo non prevede:

  • valutazioni dei rischi per ambiente e salute, come richiesto da ANSES;
  • strumenti di monitoraggio ambientale;
  • regole di coesistenza tra coltivazioni convenzionali/NGT e biologiche;
  • metodi ufficiali per il rilevamento e l’identificazione del materiale NGT1;
  • tutele per il comparto OGM-free e per le sementi tradizionali.

La liberalizzazione delle NGT1, osserva AIAB, è una scelta “irreversibile” che potrebbe determinare contaminazioni diffuse e inarrestabili, con conseguenti danni economici e perdita della sovranità alimentare. Il presidente Giuseppe Romano sintetizza così la posizione dell’associazione: “Gli Stati Membri devono trovare il coraggio di dire NO alle pressioni economiche e politiche e quindi a tutti gli OGM. Con l’approvazione di queste nuove misure l’intero settore del biologico sarebbe affossato in modo irreversibile, insieme alla tutela dei consumatori”.

La Redazione

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