Il bio globale continua a crescere. E si parla di “fenomeno India”

dati Fibl 2023

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Cresce il giro d’affari della Grande Distribuzione Organizzata europea nella vendita di prodotti biologici mentre rallenta il canale dei negozi specializzati. Nel complesso la crescita nell’Unione, però, corre più lentamente rispetto a quella registrata nel continente europeo complessivamente considerato. Lo rivela il rapporto ‘The world of organic agricolture 2023’ pubblicato dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL e dallo stesso IFOAM – Organics International e presentato in anteprima al Biofach di Norimberga in svolgimento fino al 17 febbraio.

Se nell’Unione europea, il settore bio muove un giro di affari che nel 2020 si è assestato a 47 miliardi di dollari (38% del fatturato mondiale) con tendenza di crescita anche nel 2021, nel continente europeo interamente considerato il fatturato generato è di 56 miliardi di dollari.

La Germania si conferma il principale mercato che, ogni anno compra circa 16 miliardi di dollari di prodotti bio (anche se nel 2022 ha subito una flessione del 3,5% sul 2021), seguita dalla Francia con un giro d’affari di settore di 13 miliardi di dollari e dall’Italia, in netto distacco, dove il mercato del bio vale quasi 4 miliardi di dollari.

I segnali della crisi che poi è esplosa nel 2o22, emergono già dalle statistiche sul commercio internazionale dei Paesi europei che, tra il 2020 e il 2021, hanno ridotto le importazioni bio. In alcuni casi, come in Spagna (-20% di import, passando da 112mila tonnellate metriche a quasi 93mila), per un aumento della produzione interna.

La Danimarca ha abbattuto nel 2021, un terzo delle proprie importazioni di bio (-33%) passando da 82.116 tonnellate metriche acquistate oltre i propri confini nel 2020, a 61.737 tonnellate metriche del 2021). Gli altri Paesi che hanno rallentato con le importazioni sono il Belgio (-9%, da 303mila a 276.833 tonnellate metriche) e l’Italia (-5% da 236.106 a 224.956 tonnellate metriche tra il 2020 e il 2021).

Tra i grandi cambiamenti globali del settore organic che vanno registrati, c’è il dimezzamento dell’export da parte della Cina (che secondo le statistiche più recenti, sta aumentando di circa un quarto le proprie importazioni, soprattutto di cereali). Un’inversione di trend data dal fatto che Pechino sta iniziando a credere molto in questo metodo produttivo con un’aumento delle superfici coltivate. Il colosso asiatico è passato dalle 228mila tonnellate metriche esportate verso la sola UE nel 2020 alle 150mila del 2021.

Tutti gli altri Paesi che operano nel commercio internazionale del bio nell’Unione, registrano dati di crescita, come l’Olanda, +10%, e la Germania, +5,2% o di sostanziale stabilità come la Francia le cui importazioni sono rimaste intorno alle 270mila tonnellate metriche, la Svezia intorno alle 180mila tonnellate e la Polonia, circa 36mila tonnellate. Cambia il quadro degli esportatori mondiali di bio verso l’Unione Europea con la volata in avanti dell’India non solo nell’export (+15%) ma anche nella produzione di prodotti bio.

La crescita del commercio internazionale del bio made in India è superiore anche a quella dei mercati tradizionali che esportano in UE, come l’Ecuador, il cui export cresce del 6%; e la Repubblica Dominicana, +5%, che sono spinti in avanti dall’aumento di appeal su questo mercato dei prodotti tropicali bio (soprattutto banane e avocado). In UE, nel 2021, ne sono stati importati per oltre 800 miliardi di tonnellate metriche, con uno stacco notevole rispetto al secondo prodotto più importato che sono gli oli e i grassi animali e vegetali (circa 310miliardi di tonnellate importate nei mercati dell’Unione).

Il ‘fenomeno India’ si sta affermando sul mercato mondiale come il secondo produttore asiatico per estensione di superfici bio con i suoi 2,7 miliardi di ettari, arrivando alle calcagna della Cina (che produce bio su 2,8 miliardi di ettari). Il tessuto imprenditoriale, tuttavia, è ancora molto frammentato se si considera che su 1,7 milioni di produttori bio in tutto il continente asiatico, ben 1,6 milioni sono in India.

Per il mercato europeo, FiBL e IFOAM considerano il 2023 come un anno di grandi opportunità e sfide e la filiera bio è già a buon punto per il raggiungimento dell’obiettivo della Farm to Fork del 25% della SAU certificata al 2030.

 

Mariangela Latella
maralate@gmail.com

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