Lettera di Carnemolla, invito all’AIAB

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Riceviamo dal presidente di Federbio e volentieri pubblichiamo la seguente lettera aperta che prende spunto dal nostro ultimo editoriale.

Caro Direttore,

è sempre utile avere stimoli positivi e sollecitazioni a fare di più e meglio nel proprio ruolo di rappresentanza del settore e in tal senso colgo il senso del tuo ultimo editoriale, invitandoti tuttavia a contestualizzare sia la realtà organizzativa della rappresentanza di settore che il momento che stiamo vivendo.

Sul primo versante mi piacerebbe essere il ‘numero uno’ di una lunga fila di validi professionisti e lobbisti stipendiati dalla Federazione, che pure rappresenta tanta parte di un settore economico certamente rilevante e proiettato nel futuro, e invece ho dovuto rinunciare da tempo a un Segretario generale e occuparmi personalmente sempre di più cose per far quadrare i conti, scomparse ormai anche le ultime speranze di avere un sostegno dal Piano d’azione nazionale di settore, le cui ultime risorse ancora da spendere dopo un colossale spreco pare siano sparite in uno dei tanti tagli alle dotazioni dei Ministeri (è dal 13 ottobre scorso che attendiamo invano risposte su questo dal Ministero agricolo).

Le altre funzioni di coordinamento e rappresentanza della Federazione, anche se numerose, sono tutte a titolo gratuito e non posso quindi che rivolgere anche da qui un ringraziamento per il loro impegno continuo sui molti fronti in cui è articolata e opera FederBio. Ma i limiti di questa scelta obbligata sono evidenti e da te ben colti.

Ciò detto rimane certo bizzarro il fatto che l’ennesimo appello da me rivolto al nuovo Presidente di AIAB per ritrovare un percorso comune almeno sulle grandi questioni d’interesse per tutto il settore, quali quelle che tu intelligentemente ci proponi, sia al momento ancora senza alcuna risposta. Nella comune difficoltà trovo ancora più folle dividere le poche risorse umane e materiali disponibili raddoppiando costi e rinunciando a sinergie. Rinnovo dunque anche da qui l’appello al numero uno di AIAB a incontrarci e lavorare assieme anche sul presidio della discussione parlamentare appena avviata sul decreto ‘cresci Italia’, facendo tesoro anche dei temi che hai suggerito nel tuo editoriale.

Per quanto riguarda invece il momento che sta vivendo il settore sono certo che anche tu sarai consapevole, per quello che hai sempre scritto, che se non ritroviamo e ricostruiamo una base comune di etica, di regole, di comportamenti e di strumenti adeguati all’intero del mercato del biologico e del sistema di certificazione che lo presidia non ha alcun senso preoccuparsi di avere anche in futuro un sostegno pure migliore e più articolato da parte delle politiche e delle risorse pubbliche.

Per questo io personalmente e la Federazione siamo impegnati quotidianamente, prioritariamente e senza risparmio di energie e tempo per determinare un cambiamento sostanziale del sistema attuale, sia dall’interno di tutte le componenti che si riconoscono in FederBio, nel loro sistema di relazioni e negli strumenti di lavoro, che nei confronti dell’Autorità competente nazionale, rivelatasi con questa recente vicenda di frode, totalmente impreparata a tutelare il settore e adempiere ai propri obblighi verso il mercato e i consumatori. Credo che questo sia il modo migliore, in questo particolare momento, per dare un contributo utile alla crescita dell’economia reale e pulita (in tutti i sensi) che il biologico nazionale rappresenta e che ancor di più vuole essere, in un momento tanto difficile per il futuro del nostro Paese e della nostra agricoltura.

Paolo Carnemolla

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