Il secondo rinvio al Senato della legge sul Bio è stata una virata politica improvvisa del Legislatore che, agli onori della cronaca, rappresenta una diretta conseguenza dell’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e di alcuni scienziati contrari al Biodinamico, per altri si tratta di un chiaro intento dilatorio per non arrivare al dunque di una normativa attesa da 12 anni. A maggior ragione se si considera che, la mattina del voto parlamentare, lo scorso 8 febbraio, la discussione in aula aveva raggiunto, anzi confermato, l’accordo politico sul testo pervenuto al Senato.
– Cosa è successo tra la discussione assembleare ed il voto del giorno dopo che ha ribaltato le carte dell’iter legislativo, con l’eliminazione dell’equiparazione tra Bio e Biodinamico?
“Tutte le forze politiche erano d’accordo con l’ultima formulazione licenziata dal Senato sulla proposta di legge per la disciplina, la tutela e la promozione delle produzioni biologiche – ci spiega il parlamentare grillino Paolo Parentela, membro della Commissione Agricoltura della Camera -. La norma è stata, infatti, approvata nuovamente in maniera convinta dalla commissione Agricoltura della Camera, ad agosto scorso”.
– Perché in ultimo è stato stralciata l’esplicita equiparazione delle colture biologiche a quelle biodinamiche dopo due voti assembleari che non la mettevano in discussione?
“Il riferimento al ‘biodinamico’ si limitava a ribadire che questo come altri metodi sono equiparati al biologico se, e solo se, rispettano il regolamento comunitario in materia. Il termine “agricoltura biodinamica” peraltro è presente in diversi atti normativi, soprattutto di secondo livello come alcuni decreti Mipaaf o DPR. Anche lo stesso ‘Piano nazionale per il sistema biologico’ lo cita come, del resto, anche il Regolamento comunitario sul biologico”.
– Questo significa che, essendo un termine presente, peraltro anche in altri articoli dello stesso testo di legge rinviata al Senato, si tratta di un’equiparazione giuridicamente implicita dei due metodi colturali?
“La parola biodinamico è stata mantenuta in altre parti del testo, è vero, e questo implica il rinvio normativo alle discipline italiane ed europee, per eventuali e futuri tavoli di lavoro. Il clamore mediatico venutosi a creare, però, rischiava di affossare definitivamente una norma che il comparto biologico attende da oltre 10 anni. Il mondo scientifico, dal CNR, alla senatrice a vita Elena Cattaneo, al premio Nobel Giorgio Parisi, ha sollevato la questione. Per far sì che l’Italia si doti quanto prima di una normativa all’avanguardia che possa permetterci di raggiungere gli obiettivi previsti dal Green Deal e dalle strategie comunitarie “Farm to Fork” e “Biodiversità” che ci dicono di aumentare sino al 25% le produzioni bio, abbiamo dunque optato di eliminare la parte che ha suscitato questa bagarre mediatica”.
Il nuovo testo della norma rinviato al Senato cita: “Ai fini della presente legge, i metodi di produzione basati su preparati e specifici disciplinari applicati nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell’Unione europea e delle norme nazionali in materia di agricoltura biologica sono equiparati al metodo di agricoltura biologica.
– Un disposto, per essere eufemistici, retorico…
“Più che altro è un testo che non suscita più clamore e che verrà approvato definitivamente in Senato, come da accordo di maggioranza con i capigruppo del Senato per l’approvazione definitiva della norma, da qui ad un mese”.
– Mi sfugge qualcosa. Se il Senato aveva votato a favore del Biodinamico non più di qualche mese fa, quasi all’unanimità, peraltro, perché per la votazione alla Camera, adesso l’accordo politico è cambiato? Quello che potrebbe sembrare come un ‘lanciare il sasso è poi nascondere la mano’ confermerebbe un intento dilatorio sull’approvazione della legge?
“Ma no. Tutti vogliamo chiudere questa partita. In politica, le cose possono cambiare da un giorno all’altro e poi c’é stato l’intervento del Presidente e degli scienziati che ha, di fatto, dato una forte scossa”.
– C’è anche della letteratura scientifica a favore del Biodinamico (leggi news) che, pur se riguardando una nicchia di operatori, in alcune nazioni come la Germania, permette ai produttori di ottenere margini impensabili.
“L’agricoltura biodinamica continuerà ad esistere, in Italia e nel mondo. Nel nostro Paese, le aziende che prenderanno la certificazione biologica potranno presto avere a disposizione il sostegno di una norma all’avanguardia, che sosterrà il comparto e gli investimenti che vengono effettuati nel segno della maggiore sostenibilità ambientale. Basti pensare che abbiamo fortemente voluto dedicare esclusivamente al bio ben 300 milioni di euro degli 1,2 miliardi previsti dal Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinato a finanziare i contratti di filiera e di distretto”.
– La lobby finanziaria, sempre più presente in agricoltura, ha influito sul cambio di rotta last minute della legge?
“Non credo proprio. Il problema principale relativo all’approvazione di questa norma sul biologico con il riferimento al biodinamico riguarda l’attenzione mediatica a fronte dell’alzata di scudi delle associazioni scientifiche. L’obiettivo, ora, è giungere alla sua approvazione definitiva, affinché diventi finalmente legge, nel più breve tempo possibile. E confido che verrà mantenuta la parola data”.
Mariangela Latella