I Paesi scandinavi sono stati in Europa i precursori delle ‘city farms’, fattorie intese anche come luogo in cui promuovere il rispetto per l’ambiente nelle nuove generazioni oltre che permettere a chi vive in città di recuperare il rapporto con la natura. Le prime city farms in Scandinavia sono sorte almeno un secolo fa. Oggi le city farms sono rappresentate da un ente che raggruppa le federazioni nazionali in un’unica rete europea, la European Federation of City Farms (EFCF).
Fra i Paesi che fanno delle fattorie uno dei fiori all’occhiello della propria offerta turistica c’è proprio la Svezia, che le propone come meta di vacanza alla moda, non solo per famiglie ma anche per viaggi di lavoro. Sul territorio svedese le fattorie sono oltre 300. Vivere in una delle aziende agricole vuol dire soggiornare in una fattoria in piena attività e quindi anche partecipare alla vita degli operatori agricoli. Anche in questo caso ogni struttura si differenzia per la varietà di attività proposte. Canoa, pesca, stretto contatto con animali domestici e non, escursioni nei boschi.
Pullula di fattorie anche la Danimarca, dove gli agriturismi propongono sessioni di pesca, allevamento, cucina, tecniche agricole. Ma nel Paese che più si contraddistingue per il modello di società ‘verde’ sono da considerare anche gli eco-villaggi. Come quello di Dyssekilde, a 60 chilometri da Copenaghen, che realizza l’utopia del vivere sostenibile a 360 gradi. In realtà non vi si può soggiornare in vacanza, ma può essere visitato con tour guidati.
Da scoprire il ‘jord-dome’, edificio realizzato in base all’asse di rotazione della Terra, con una copertura di terra che funziona da riserva di calore, i laboratori, il forno bio, le imprese alternative degli abitanti di questa comunità che conta circa 300 persone. Le abitazioni sono costruite con materiali il più possibile naturali o riciclati.