La Vespa orientalis, tra minacce e ruolo ecologico

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La Vespa orientalis, predatore originario dell’Asia sud-occidentale, è diventata una delle maggiori sfide per l’apicoltura mediterranea. Colonizzando l’Italia e altre aree del Mediterraneo, grazie al riscaldamento globale e al movimento globalizzato di merci e persone, questa specie non può essere considerata aliena, rendendo la sua eradicazione impossibile.

Secondo Flavio Pezzoli, presidente dell’ODAF di Roma, la Vespa orientalis predilige gli alveari per soddisfare le esigenze proteiche delle sue larve, soprattutto tra luglio e novembre, causando gravi danni alle colonie di api e influendo sulla produzione di miele. Inoltre, può agire come vettore di agenti patogeni, rappresentando una minaccia non solo per le api, ma anche per gli esseri umani allergici.

Tuttavia, nonostante gli impatti negativi, questa vespa svolge un ruolo ecologico importante, predando insetti dannosi per le colture e contribuendo a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema.

Un’ulteriore preoccupazione è rappresentata dalla recente scoperta in Europa della Vespa soror, un calabrone gigante asiatico noto per attacchi coordinati contro gli alveari, avvistato in Spagna. Il riscaldamento globale, ancora una volta, sembra favorire la diffusione di queste specie in territori un tempo inadatti.

La gestione della Vespa orientalis e di altri calabroni emergenti richiede monitoraggio, collaborazione e un’attenzione crescente verso i cambiamenti climatici e le loro conseguenze sulla biodiversità.

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