Dopo l’approvazione in Senato, è arrivata alla Camera, martedì 8 febbraio, il disegno di legge sull’agricoltura biologica, senza che siano state apportate le modifiche richieste da larga parte della società scientifica “e da più di 35mila ricercatori e cittadini interessati alla scienza”, ovvero l’eliminazione, al primo articolo, dell’equiparazione tra metodi biologici e biodinamici.
Elena Cattaneo, senatrice a vita (nella foto di apertura a destra), lo ribadisce da quando il tortuoso iter di legge ha preso avvio, in questa forma, ripentendo che mettere sullo stesso piano questi due metodi utilizzati in agricoltura equivale a dare lo stesso peso a scienza e magia. Dalla parte di Cattaneo anche Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica (nella foto di apertura a sinistra), che – dopo avere accennato a questo “pericolo” nel corso della lectio magistralis tenuta all’Università La Sapienza in autunno, incentrata sugli atteggiamenti antiscientifici che attraversano in modo trasversale la società – alla vigilia della discussione alla Camera torna sul tema invocando che il Parlamento voti “con conoscenza e competenza”. Ciò, per Parisi, significa anche “chiedere a chi le conoscenze le ha di metterle a disposizione delle Istituzioni, come accade ad esempio negli Stati Uniti, dove il Congresso ricorre in modo strutturato alla consulenza del mondo scientifico quando deve decidere su questioni delicate e tecniche”.
A dare manforte alla convinzione di Parisi e di Cattaneo la posizione presa in merito dal noto divulgatore scientifico Piero Angela che dimostrerebbe come “la parte migliore del Paese sia contraria alla diffusione di teorie pseudo scientifiche”.
Tuttavia, seppur in modo certamente più silente, c’è anche una fetta del mondo scientifico e accademico che spinge in una direzione contraria. E, dal canto suo, lo stesso ministero per le Politiche agricole e forestali, sta da qualche tempo stanziando risorse proprio con l’obiettivo di stabilire definitivamente se esistano prove scientifiche dell’efficacia del metodo biodinamico e dei suoi preparati (in primis il Cornoletame e Cornosilice, ndr) che per loro stessa natura e procedimento di realizzazione si prestano ad essere derubricati a qualcosa di molto vicino alla credenza e alla stregoneria. Ma per questi scienziati, dall’altra parte della barricata rispetto a Cattaneo e Parisi, è proprio questo il punto: il comprendere cosa ci sia di scientifico in metodi la cui efficacia è empiricamente rivelata. Tra queste fila Alessandro Piccolo – professore di Chimica agraria ed ecologia all’Università di Napoli – fondatore della Società scientifica per la biodinamica, insignito del premio per la chimica dalla prestigiosa fondazione tedesca Alexander von Humboldt per le ricerche sulla chimica dell’humus (vedi news), Giovanni Dinelli – ordinario al dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna (vedi news), Stefano Benedettelli – professore associato di Genetica agraria all’Università di Firenze (vedi news), Giuseppe Celano – ricercatore del dipartimento di Farmacia all’Università di Salerno e coordinatore del progetto “Modelli circolari” finanziato, tra l’altro, grazie ad un bando pubblico, dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali (vedi news). Ciò che questi scienziati chiedono è una “sfida” sul piano della scienza, perché – come sostiene Piccolo – quando si studia il biodinamico “si ha a che fare con una problematica ben più complessa di quelle che affrontano i biologi molecolari”. Studiare il biodinamico con il metodo scientifico, fare prove, è per loro l’unica strada in grado di permettere di argomentare con cognizione di causa e di comprendere a cosa ci si trova davanti quando ci si approccia ad un’agricoltura che segue certe indicazioni.
Parisi non coglie (per adesso) la sfida di Piccolo, ma ribadisce di essere “favorevole all’agricoltura biologica” convinto tuttavia del fatto che la biodinamica sia altra cosa”. Scandisce: “Inserirla nella legge che regola il settore ha due significati negativi. Il primo culturale, l’altro economico. Il Parlamento riconoscendo la biodinamica afferma la validità di metodi previsti da Steiner (il fondatore della biodinamica, ndr) come l’uso di letame maturato nelle corna di vacca, oppure di fiori di Achillea sepolti per mesi nella vescica di cervo maschio. Ma non basta. Biodinamica® è di proprietà di una società multinazionale con fine di lucro – la Demeter Int. – che con il riconoscimento legislativo acquisisce un vantaggio competitivo rilevante rispetto ai tanti agricoltori che con serietà, onestà e sacrificio si sforzano di rispettare i disciplinari dell’agricoltura biologica”.
Catteneo, infine, avverte: “Se anche non fossero sufficienti i dati messi a disposizione dagli esperti del settore circa la mancanza di prove scientifiche di efficacia di preparati a base di corni di vacca riempiti di letame, fiori di achillea, vesciche di cervo e carcasse di topo, vorrei segnalare al Parlamento quanto recentemente sottolineato dal Comitato per la Legislazione e dall’Ufficio Legislazione straniera della Camera. Ossia che, se questo ddl fosse approvato senza modifiche, l’Italia sarebbe il primo tra i maggiori Paesi europei a promuovere il pensiero magico in una legge dello Stato”. Non solo: per la senatrice a vita, “si andrebbe inoltre a equiparare l’agricoltura biologica, normata da precisi obblighi e definizioni di legge, uniformi in Europa e in Italia, con una pratica che non gode di una definizione univoca di legge, né tra gli addetti ai lavori, e segue disciplinari di enti privati, che con questa equiparazione acquisirebbero una legittimazione ufficiale nella legge italiana”.
Chiara Affronte