Le istituzioni europee sono decise a mettere un freno al greenwashing che prende in giro i consumatori e mette in difficoltà le imprese veramente green. Dopo l’accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio UE sulla direttiva “Empowering consumers for the green transition”, le Commissioni per il mercato interno e per l’ambiente hanno adottato mercoledì scorso la loro posizione sulla direttiva gemella sui Green Claims.
L’obiettivo dell’Europarlamento è arrivare ad un voto in plenaria prima delle elezioni di giugno per avere una posizione giuridicamente valida. In questo modo, dopo le elezioni, le nuove eurodeputate e gli eurodeputati possano riprendere il lavoro e portarlo alla fasi successive.
La proposta di direttiva presentata dalla Commissione nel marzo del 2023 (vedi news) richiede alle aziende di fornire prove scientifiche per le loro dichiarazioni ambientali, considerando l’intero ciclo di vita del prodotto. Le etichette ambientali devono essere veritiere, trasparenti e verificate da terze parti, con evidenze scientifiche accessibili tramite QR code o sito web aziendale. Inoltre, vieta l’uso di punteggi aggregati sull’impatto ambientale complessivo del prodotto e prevede sanzioni fino al 4% delle entrate per le aziende che utilizzano dichiarazioni non comprovate.
Le due Commissioni dell’Europarlamento hanno proposto alcune novità da inserire nella normativa:
- Valutazione rapida delle dichiarazioni ambientali: Le aziende dovranno sottoporre le loro dichiarazioni di marketing ambientale a verificatori accreditati entro 30 giorni dall’inserimento, prima di utilizzarle.
- Semplificazioni per prodotti meno complessi: La Commissione europea dovrebbe creare un elenco di indicazioni e prodotti meno complessi che potrebbero beneficiare di una verifica più rapida o semplice.
- Gestione delle sostanze pericolose: La Commissione europea dovrà decidere se le indicazioni ecologiche sui prodotti contenenti sostanze pericolose debbano rimanere permesse.
- Esclusione per microimprese: Le microimprese dovrebbero essere esentate dai nuovi obblighi, mentre le PMI dovrebbero avere un anno in più per adeguarsi alle regole.
- Carbon offset: È vietato fare dichiarazioni ecologiche basate solo su schemi di compensazione delle emissioni di anidride carbonica. Le aziende possono ancora citare tali schemi solo se hanno ridotto al minimo le loro emissioni e utilizzano questi schemi solo per le emissioni residue.
- Annunci comparativi: Regole speciali si applicano alle indicazioni comparative tra due prodotti diversi, anche se prodotti dallo stesso produttore. Le aziende devono dimostrare l’uso degli stessi metodi per confrontare gli aspetti rilevanti dei prodotti.
- Miglioramento dei prodotti: Le affermazioni sul miglioramento dei prodotti non possono basarsi su dati risalenti a più di cinque anni prima.
Il progetto di relazione verrà sottoposto al voto della plenaria dell’Europarlamento in una delle prossime sessioni programmate (molto probabilmente a marzo – sottolinea il comunicato stampa) e costituirà la posizione del Parlamento in prima lettura. Il dossier sarà seguito dal nuovo Parlamento dopo le elezioni europee del 6-9 giugno.
La Redazione