Il progetto triennale Più biologico regionale in Europa, promosso da Bioland (associazione altoatesina di agricoltori biologici) e dall’Unione europea, è stato presentato alla stampa a Milano. L’iniziativa punta ad aumentare il consumo e le vendite di prodotti biologici in Italia e in Germania (vedi news), tra il 2023 e il 2026, e a promuovere la conoscenza di base degli standard biologici nell’UE. A tal fine è stata lanciata una campagna di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che coinvolgerà 15 città italiane per un periodo di tre anni.
Più biologico regionale in Europa lo vedremo scritto in bella evidenza sul minivan elettrico Volkswagen ID-Buzz con rimorchio, la Biomobile che fino all’inizio del 2026 farà da portabandiera del progetto lungo tutta la penisola. Il tour fa tappa a Milano, dal 12 al 17 marzo presso il centro commerciale Vulcano, per spostarsi poi a Bologna, Padova, Torino e tutte le altre. La sosta dura sei giorni e per ogni tappa il focus è sul biologico regionale e i prodotti bio tipici di ogni zona. Tra le varie attività, una stazione di virtual reality, degustazioni, materiale informativo, show culinari, un angolo giochi, dibattiti e interventi di esperti.
Perché è nato il progetto Più biologico regionale in Europa di Bioland
“Abbiamo circa mille produttori associati e quaranta trasformatori di materie prime – ha dichiarato Reinhard Verdorfer, direttore di Bioland. In paniere si troveranno anche le famose mele dell’Alto Adige, che tutti conoscono: è meno noto che possiamo esporre cifre record per le mele biologiche, circa duemila ettari, che ammontano al 25% del prodotto, considerato sull’intero territorio europeo. L’altro prodotto molto affermato sul mercato è lo yogurt biologico. Il progetto Più biologico regionale in Europa, che presentiamo oggi, mira anzitutto alla sensibilizzazione dei consumatori, nell’ambito di un mercato europeo del biologico che ad oggi è stagnante: si è infatti interrotto un trend di crescita ormai quasi storico, e quindi siamo tutti chiamati a invertire la tendenza e a far capire la necessità di un’agricoltura in armonia con la natura. È necessario aumentare la consapevolezza perché il consumatore tende a scegliere il prodotto sostenibile, che non si sa che voglia dire, pseudoverde o variamente etichettato, senza sapere precisamente quali siano le misure di reale protezione ambientale che ciascuna etichetta vuol promettere. E quindi con la nostra Volkswagen ID-Buzz stiamo già girando per le piazze italiane, a Bolzano e a Verona, per mettere a disposizione la nostra esperienza in materia; per spiegare, sfatare qualche mito e gettare un po’ di luce nel buio, dato che in questo settore c’è ancora troppa confusione”.
“Faremo anche dei tutorial per insegnanti in modo da promuovere l’educazione verde a beneficio di bambini e ragazzi, perché la consapevolezza delle responsabilità ambientali di ciascuno deve far parte del percorso educativo delle nuove generazioni – ha aggiunto Verdorfer. Si tratta di partire proprio dalle basi informative, spiegare cosa indica il logo verde con le dodici stelle bianche e cosa garantisce: perché una delle difficoltà principali è spiegare che la certificazione che porta a ottenere il logo prevede una serie di garanzie e controlli, non ottenibili attraverso altre denominazioni e trovate pubblicitarie, che si basano principalmente sull’autocertificazione”.
Metodo biologico: la situazione in Italia
«Quanto alla situazione italiana, quasi il doppio della superficie agricola (2.349.880 ettari) rispetto al resto d’Europa è coltivata con metodo biologico – aggiunge Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, intervenuta alla presentazione del progetto a Milano. Questo significa che l’obiettivo del 25% di superficie biologica potrà essere raggiunto già entro il 2027, e non entro il 2030 come previsto dal Green Deal dell’UE. Anche il consumo di alimenti biologici sul mercato italiano è tornato a crescere nell’anno in corso con un volume totale di 5,4 miliardi di euro, ovvero del 9% in più rispetto al 2022».
Il progetto “Bio Fair Südtirol”
La presentazione di Milano è stata anche l’occasione per illustrare un altro progetto in fase di lancio: si tratta di Bio Fair Südtirol, un nuovo e ambizioso concetto gastronomico che mira a portare nel piatto sempre più alimenti biologici regionali, promuovendone l’impiego nell’ambito della ristorazione altoatesina, dalle malghe agli stellati, dalle mense scolastiche alle aziendali. «I prodotti devono provenire esclusivamente dalla regione, collegando così in modo ottimale i settori del turismo e dell’agricoltura. In questo modo si crea una situazione in cui i vantaggi si moltiplicano per tutti, non solo per la gastronomia altoatesina, ma anche per i produttori e i trasformatori locali» ha spiegato Manuela Zischg, responsabile del progetto.
Fonte: Italia a Tavola