Indagine Falso bio a Verona: “Il fatto non sussiste”

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Duemila tonnellate di finte mele bio sarebbero state immesse nel circuito di vendita italiano come “autentiche mele da agricoltura biologica”. Ma dietro quelle tonnellate di frutta “spacciata come priva di residui chimici” e destinata anche alla produzione di marmellate, omogeneizzati e succhi per bambini, si sarebbe in realtà celata — secondo la Procura scaligera — una “vera” frode alimentare di cui Verona sarebbe diventata crocevia e che ha visto coinvolte due realtà veronesi, il Consorzio Ortofrutticolo Padano e la Cooperativa Ortofrutticola Padana.

Gravi le accuse, soprattutto in termini di sicurezza alimentare: dieci persone si sarebbero associate per compiere svariati illeciti dalla truffa aggravata per il conseguimento di fondi pubblici, alla frode, concretizzata con la coltivazione delle mele in Romania su un terreno con finti certificati di conformità ecologica, fino al falso.

Reati per cui, secondo il Tribunale collegiale di Verona, non sono state raggiunte prove sufficienti: “Il fatto non sussiste”, hanno stabilito ieri pomeriggio i magistrati, che motiveranno tale decisione entro 60 giorni.

Fonte: Corriere della Sera

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