Incremento del bio, quali strategie per il futuro?

convegno ismea

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Se il bio cresce in numero di operatori e terreni coinvolti ma diminuisce sul fronte dei consumi in un contesto sociale e politico fragile e incerto come quello causato da pandemia e guerra, resta però segnata la strada verso un’agricoltura a supporto del metodo biologico, in linea con ciò che per l’Europa è la transizione verde. È questo uno dei temi emersi al convegno di ISMEA, Appuntamento con il bio: l’agricoltura biologica del futuro, organizzato il 6 luglio scorso, durante il quale ci si è concentrati anche su come muoversi per ovviare alle debolezze del bio, che stanno ad esempio nella stagnazione dei consumi domestici, nella difficoltà a reperire fattori produttivi, nel rischio di fenomeni speculativi derivanti da una forte dipendenza dai sussidi (vedi news).

Secondo Fabio Del Bravo, responsabile della direzione servizi per lo sviluppo rurale di ISMEA, incentivare e promuovere il bio nella ristorazione collettiva può essere una delle direzioni da intraprendere. In generale, comunque, bisognerebbe promuovere molto di più di quanto non si faccia il biologico, magari anche coinvolgendo influencer e figure che possano essere rappresentative del settore agroalimentare. Lo ricordava qualche mese fa anche Nadia Monti, association manager di AssoBio quando sottolineava che “l’Italia è tra i Paesi leader nella produzione di biologico, ma i consumi sono più bassi rispetto a quelli di altri Paesi” invitando tutti gli attori coinvolti nel settore a “fare passi avanti sul fronte della comunicazione del biologico, per rafforzare l’affezione verso questo tipo di prodotti.

Senz’altro, poi, semplificare la burocrazia per le aziende e incentivare gli aiuti, potrebbe servire a dare una direzione al mercato, così come lo sviluppo della ricerca tesa ad affinare e migliorare i processi produttivi. I consumatori sono evoluti e, benché per una serie di circostanze talvolta esterne alle loro volontà, abbiano ridotto i consumi di prodotti bio negli ultimi tempi, adesso che finalmente la normativa europea è chiara, è cruciale predisporre i decreti ministeriali previsti dalla nuova Legge sul biologico e anche i “decreti legislativi previsti dall’articolo 10 della legge di delegazione 2021 e dall’articolo 19 della legge 23/2022”, ovvero adeguare i controlli, la vigilanza, i sistemi di etichettatura, come ha ricordato Pietro Gasparri dell’Ufficio PQAI del MiPAAF. Ma anche passare dall’equivalenza alla conformità per il commercio con i Paesi extra UE. In questo senso il Ministero ha già attivato un gruppo di lavoro e l’Agenzia delle dogane è stato dato il compito di occuparsi dei controlli. Importante, per il futuro del bio, anche l’istituzionalizzazione dei cosiddetti “distretti biologici”. È stato, infine, sempre Gasparri a sottolineare che è stato predisposto un riparto tra le Regioni per le risorse dedicate alle mense scolastiche bio, altra strada verso la quale procedere con fermezza.

Chiara Affronte

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