Inchiesta “Bad Juice”, la Procura di Pisa traccia la maxifrode del succo bio

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C’era anche una fase di “ripulitura” e la dejonizzazione, secondo la ricostruzione della Procura di Pisa, del prodotto fortemente contaminato da pesticidi e tossine e, al termine di questa fase, spacciato come “frutto” di agricoltura biologica da destinare anche al baby food. Così come ci sarebbero state le false fatture a favore della ditte “entrate” nel sistema per coprire i traffici illeciti del prodotto adulterato per farlo risultate bio e di provenienza UE.

Con l’atto di chiusura dell’inchiesta Bad Juice il pm Giovanni Porpora ha riscotruito il giro che ruotava attorno alla mxifrode del succo di mela commercializzato da un’associaizone per delinquere che avrebbe avuto al vertice i fratelli imprenditori Walter e Giorgio Buonfiglio di Ponsacco alla guida dell’azienda Italian Food srl. In un ruolo di primo piano la Procura mette anche Franz Schweigkofler che, per coprire i traffici illeciti del prodotto aduletrato avrebbe predisposto falsa documentazione contabile – quale legale rappresentante della Dolomite Fruits Srl – di altrettanto falsa lavorazione di mele facendole risultare ricevute, lavorate e rivendute alle società coinvolte nell’associazione: Italian Food, Biotoscana, Green Profit Tuscany. Un impianto accusatorio che, ovviamente, sarà vagliato nel proseguo giudiziario anche alla luce delle tesi difensive dei soggetti coinvolti.

L’inchiesta ha tracciato anche quelle che sarebbero state le ultime mosse dell’associazione prima che scattasse il blitz: nel febbraio 2019 la Italian Food, secondo la procura, avrebbe detenuto con l’obiettivo di commercializzarli 18.010 chilogrammi di succo si mela concentrato contaminato – secondo le analisi degli inquirenti – da patulina. E poi venduto tramite ripulitura effettuata dalla Dolomiti Fruits, ad una nota azienda che lo restituì al mittente perché contaminato.

L’accusa cardine dell’inchiesta è quella di aver costituito una stabile associazione a delinquere finalizzata alla produzione, e messa in commercio di prodotti agroalimentari adulterati e sofisticati. A vario titolo sono contestati anche l’autoriciclaggio e alcuni reati fiscali. Oltre i fratelli Buonfiglio e Franz Scweigkofler, sono indagati con posizioni diversificate: Beatrice Caponi, Aleksandar Ramovic Martino Medri, Mariateresa Oliva, Tiziana Poppa, Stefano Mantoan, Fabrizio De Santi, Alessandro Cammelli, Agostino Contursi, Ciro Barba, Antonino Lo Vullo, Michele Giustiniani e Maria Policastro.

Fonte: La Nazione

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