In Lombardia il bio non decolla. Al via le richieste per il riconoscimento dei Distretti Biologici

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In Lombardia ad oggi si coltivano a biologico 54mila ettari di terreno. Numeri decisamente bassi, se paragonati a quelli della Sicilia (387.202 ettari), della Puglia (320.829 ettari), della Toscana (229.070 ettari), della Calabria (193.616 ettari) e dell’Emilia-Romagna (193.361 ettari), vale a dire le prime cinque Regioni del biologico made in Italy.

Da tempo, nel resto d’Italia, la propensione all’agricoltura biologica cresce ininterrottamente, tanto che i terreni senza concimi chimici sono il doppio di quelli che si contavano nel 2010. Sei Regioni italiane hanno già raggiunto l’obiettivo fissato dall’Unione europea nell’ambito della strategia From Farm to Fork, ovvero di avere almeno il 25% dei terreni coltivati a biologico entro il 2030. Dal target stabilito da Bruxelles, invece, con il suo 5,4%, la Lombardia è ancora molto lontana.

Se è indietro nei campi, però, la Regione è in prima fila nei consumi di prodotti biologici. Secondo i dati ISMEA, il 34% degli acquisti di cibi bio in Italia si concentra nelle Regioni del Nordovest, Piemonte e Lombardia in prima fila.

La spinta ai Biodistretti

É in questo contesto che la Regione Lombardia rafforza il suo impegno verso la sostenibilità ambientale e agricola, comunicando una nuova iniziativa per favorire la costituzione e il riconoscimento dei Distretti biologici.

Lo annuncia l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi (nella foto di apertura).

Ciò potrà avvenire presentando domanda per il riconoscimento, con la finalità di promuovere la produzione biologica, incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali e la tutela degli ecosistemi.

“In Lombardia – ha dichiarato Beduschi – sono presenti circa 3.500 aziende biologiche, tra produttori e trasformatori, mentre sono 56.500 gli ettari di superficie biologica totale. Su questo settore la Regione ha deciso di puntare con decisione, come testimoniato dai 93,2 milioni di euro stanziati a sostegno a partire dal 2014. Ora la Lombardia, riconoscendone l’importanza, si impegna a sostenere e incoraggiare l’adozione di pratiche agricole biologiche attraverso l’istituzione di distretti biologici”.

Affinché possa essere riconosciuto, il Distretto biologico deve essere compreso in un territorio delimitato e senza interruzioni, compreso almeno entro due Comuni, prevedere la partecipazione di almeno dieci soggetti. La richiesta di riconoscimento dovrà essere inviata da parte del Comitato Promotore tramite PEC all’indirizzo agricoltura@pec.regione.lombardia.it.

“I Distretti – ha proseguito Beduschi – potranno essere costituiti su base territoriale tra imprenditori agricoli biologici, associazioni di produttori, cooperative e consorzi che si occupino di produzione, preparazione e distribuzione dei prodotti, ma possono comprendere anche organizzazioni professionali agricole e associazioni locali di consumatori”.

“Con i Distretti biologici – ha concluso l’assessore Beduschi – la Lombardia si pone all’avanguardia nel sostenere un settore agricolo che vogliamo sempre più capace di adottare pratiche agricole innovative e rispettose dell’ambiente, contribuendo così alla costruzione di un futuro più verde e prospero per tutti. I Distretti potranno inoltre partecipare al bando ministeriale loro dedicato, che aprirà il 15 aprile”.

Cosi sono ripartite le aziende biologiche tra le province lombarde: Bergamo 311; Brescia 529; Como 89; Cremona 141; Lecco 65; Lodi 65; Monza e Brianza 90; Milano 661; Mantova 343; Pavia 709; Sondrio 121; Varese 93; Sede legale fuori regione: 298.

 

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