In Francia guerra aperta al glifosato

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Dopo la sentenza americana sul glifosato, in Francia ha preso posizione, e con toni particolarmente duri, il ministro per la transizione ecologica, Nicolas Hulot. Lo riporta, in un articolo di Silvia Marzialetti, il Sole-24Ore.

‘Il caso Monsanto – ha dichiarato il ministro Hulot – segna l’avvio di una guerra per ridurre in modo massiccio l’uso dei prodotti più pericolosi. Purtroppo l’autorizzazione all’uso di glifosato, in Europa, è stata posticipata a fine 2021, mi auguro, però, che altri Stati membri prendano posizione contro il pesticida’. Secondo Hulot la condanna della Monsanto ‘ ostituisce un punto di riferimento per l’applicazione del principio di precauzione’. Hulot ha poi invitato il Parlamento, con riferimento al dibattito in corso sul progetto di legge riguardante l’alimentazione a l’agricoltura, a riconsiderare il voto contrario, espresso nelle scorse settimane, sull’emendamento che stabiliva la separazione tra le attività di vendita e di consulenza agli agricoltori in materia di fitofarmaci.

La presa di posizione del ministro francese, riporta Il Sole-24Ore, si è chiusa in modo fortemente polemico. ‘Non dobbiamo dimenticare – ha detto – che imprese come la Monsanto non hanno come obiettivo il benessere dell’umanità; bensì quello dei propri azionisti’.

Al ministro ha risposto Franck Garnier, presidente del gruppo Bayer France, la società che ha rilevato di recente la Monsanto. ‘Far riferimento a una guerra è un modo di esprimersi forte, che considero non appropriato’, ha dichiarato. ‘Il nostro lavoro è una parte delle soluzioni, che vanno trovate con uno schema di stretta cooperazione’. Il leader della Bayer France ha poi sottolineato ‘che si sta lavorando intensamente con gli agricoltori, per sviluppare alternative ai prodotti fitosanitari classici’. E ha fatto, in particolare, riferimento ‘a sostanze naturali che potranno, perciò, essere utilizzate anche nel contesto dell’agricoltura biologica’.

A Francoforte il titolo di Bayer è arrivato nei giorni scorsi a cedere più dell’11%, dopo che Monsanto è stata condannata negli Stati Uniti a pagare una multa da 289 milioni di dollari. Un tribunale californiano ha giudicato infatti Monsanto colpevole nell’ambito di una causa intentata per dimostrare che i diserbanti a base di glifosato della società, tra cui il marchio Roundup, provocherebbero il cancro. Il procedimento legale contro Monsanto, rilevata da Bayer quest’anno per 63 miliardi di dollari, è il primo di oltre 5.000 cause analoghe intentate negli Stati Uniti.

Monsanto ha già fatto sapere che farà ricorso in appello contro la sentenza: ‘La decisione del tribunale non cambia il fatto che oltre 800 studi ed esami scientifici provano che il glifosato non provoca il cancro’, ha detto la società. In Europa, lo scorso dicembre, la Commissione Europea aveva rinnovato la licenza sull’uso del glifosato, nonostante l’acceso dibattito sulla sua sicurezza. In Germania e Francia sono stati presi provvedimenti per eliminare l’uso dell’erbicida. 

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