Il 22 novembre scorso la plenaria di Strasburgo ha respinto la proposta di riforma della regolamentazione UE sui pesticidi (Sustainable Use of Plant Protection Products Regulation, SUR) avanzata dalla Commissione europea con 299 voti a favore 207 contrari e 121 astenuti.
La bocciatura del testo è avvenuta in prima lettura e ha riguardato il testo della riforma nella versione emendata dall’Eurocamera nelle settimane scorse (vedi news). Dal momento, poi, che gli Europarlamentari hanno respinto la richiesta di rinviare il testo in Commissione Ambiente, ora la palla passa al Consiglio dell’Unione europea che dovrà adottare una posizione negoziale in prima lettura. Solo allora il testo adottato dal Consiglio potrà eventualmente passare all’esame in seconda lettura del Parlamento. Un percorso che difficilmente potrà essere concluso entro la fine della legislatura.
La proposta della Commissione europea per la riforma delle norme sui pesticidi prevedeva il dimezzamento nell’uso e nel rischio di queste sostanze al livello UE entro il 2030, rispetto al 2015-17. La riduzione, vincolante a livello comunitario, era accompagnata da obiettivi di riduzione a livello nazionale, dal divieto dell’uso nelle aree sensibili e dalla promozione di pratiche eco-compatibili di controllo delle infestanti. Gli Stati membri avrebbero dovuto anche fissare obiettivi per aumentare l’uso di metodi non chimici di controllo dei parassiti. Presentata nell’estate del 2022, la proposta ha avuto un iter travagliato in Consiglio agricoltura e nell’Europarlamento.
Soddisfazione di Cia e Confagricoltura
“Una giornata decisamente positiva per le imprese agricole italiane. Ringraziamo i parlamentari europei italiani che hanno sostenuto la posizione espressa da Confagricoltura.” Lo afferma il presidente dell’organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti. “E’ possibile ora aprire – aggiunge – una pagina nuova per rafforzare la sostenibilità ambientale del settore agricolo, senza mettere a rischio il potenziale produttivo del settore”.
“Ha prevalso il buon senso oggi al Parlamento UE, con la bocciatura del regolamento fitosanitari che avrebbe avuto forti ripercussioni sul mondo produttivo”. Esprime così la sua soddisfazione Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani. “Non si era tenuto conto delle esigenze del mondo agricolo sin da principio – prosegue Fini – mentre oggi a Bruxelles sono state accolte le nostre ragioni. Gli agricoltori sono i primi a voler contribuire alla sostenibilità, ma chiediamo nuovi strumenti e pragmatismo“.
Dura critica di IFOAM
IFOAM Organics Europe ha espresso profonda delusione per il fallimento del Parlamento Europeo nel concordare sulla riduzione dell’uso di pesticidi. L’organizzazione ha sottolineato l’impatto grave dei pesticidi sintetici sulla salute pubblica e sugli agricoltori, attribuendo la diminuzione di uccelli e insetti nei paesaggi europei e l’inquinamento delle acque a queste sostanze.
Eric Gall, vicedirettore di IFOAM Organics Europe, ha fortemente criticato il rifiuto del Parlamento: “Il respingimento da parte del Parlamento Europeo della regolamentazione sulla riduzione dei pesticidi è vergognoso. I politici che affermano di difendere gli agricoltori rifiutando di ridurre i pesticidi sintetici illudono loro stessi e il pubblico”.
Glifosato, approvato il rinnovo
Il voto sulla SUR arriva a pochi giorni di distanza dal rinnovo della Commissione UE dell’autorizzazione per l’utilizzo del controverso erbicida glifosato per ulteriori dieci anni.
Il 13 ottobre il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi era stato chiamato a esprimersi sul rinnovo. L’autorizzazione era infatti già scaduta di un anno, ma si era deciso di dare più tempo all’EFSA per valutare circa 2.400 studi pubblicati negli ultimi anni. Per giungere a un esito operativo, la votazione prevedeva una maggioranza qualificata (15 su 27 Stati, pari al 65% della popolazione europea). Maggioranza che, però, non hanno raggiunto né i Paesi contrari né i favorevoli.
Come prevedono i regolamenti comunitari in questi casi, la decisione è stata demandata alla Commissione. Quest’ultima ha così deciso per il via libera, e, a sostegno della sua decisione, ha citato un rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in base al quale il livello di rischio non giustifica un divieto del controverso erbicida.
Resterebbe comunque il diritto dei singoli Stati di introdurre divieti più o meno estesi. Il verdetto, quindi, scarica sui singoli Paesi la responsabilità della decisione.
La Redazione