Dove eravamo rimasti? All’ambizione di essere la piattaforma del bio italiano, lo specchio intelligente di un settore che cresce ma che crescendo rischia di dimenticare non tanto le sue origini quanto la sua ragion d’essere: rispettare la natura e il consumatore offrendo prodotti più sani e più garantiti, rigorosamente certificati, e di più: buoni e con una marcia in più, perché il bio non può essere un bollino, deve nascere dentro.
Da dove ripartiamo? Proprio da lì, con una maggiore consapevolezza che deriva dai dieci anni e più che abbiamo alle spalle. A partire da oggi, da questo numero zero un po’ sperimentale ma al quale seguiranno newsletter sempre più ricche e complete per l’appuntamento fisso del martedì, abbiamo due obiettivi prevalenti: fare di GreenPlanet un sito di filiera, una piattaforma d’informazione B2B, dove le aziende siano in costante filo diretto con fornitori e clienti, con i competitor, con i mercati internazionali, con gli eventi di settore; dare netta prevalenza al food e alle sue dinamiche, alle normative che lo riguardano, a coloro che lo vendono al consumatore e che debbono conoscere meglio e apprezzare di più i produttori e i trasformatori, mettendo in secondo piano i temi ambientali se non quando abbiano incidenza diretta sul prodotto.
Siamo rimasti fermi per qualche mese. Una pausa di riflessione necessaria per ripartire con più convinzione, con l’intervento diretto di una casa editrice e del suo staff giornalistico, la Gemma Editco di Verona, che ha online due altre piattaforme: corriereortofrutticolo.it e frescutnews.net con le quali, nei limiti del possibile, faremo sinergia.
Abbiamo messo in cantina, per il momento, Bollettino Bio. Adesso sito e newsletter portano lo stesso nome, hanno una grafica unica, più fresca e una base informatica più professionale. Abbiamo un nuovo claim che completa la testata: la libertà di essere bio, che è un po’ un programma di lavoro perché per noi il bio non è una scelta scontata, è una scelta libera che si rinnova.
Abbiamo la consapevolezza che rientriamo in gioco in una fase nuova e particolare: il biologico italiano ha forse esaurito il suo boom, la crescita a due cifre, è entrato in una fase di consolidamento che lo mette di fronte a una sfida a cui non era abituato ovvero pianificare di più, analizzare mercati, prodotti e servizi con maggiore attenzione per garantire il progresso delle aziende. La grande distribuzione organizzata, con le sue private label, ha assunto un ruolo cruciale. E la globalizzazione c’è anche nel biologico e ci sarà ancora di più.
In questo contesto non dimenticheremo mai il ‘biologico vero’, i ‘valori del biologico’, la difesa e la valorizzazione di chi li porta avanti.
Da qui a Biofach 2020, la prima fase di questo nuovo corso di GreenPlanet sarà conclusa. Il nostro successo dipenderà da noi ma dipenderà anche da voi, dalla vostra consapevolezza del valore e dell’utilità di una buona informazione al fianco del settore.
Antonio Felice
direttore di GreenPlanet
Il nuovo GreenPlanet e la nuova sfida del biologico italiano
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Dove eravamo rimasti? All’ambizione di essere la piattaforma del bio italiano, lo specchio intelligente di un settore che cresce ma che crescendo rischia di dimenticare non tanto le sue origini quanto la sua ragion d’essere: rispettare la natura e il consumatore offrendo prodotti più sani e più garantiti, rigorosamente certificati, e di più: buoni e con una marcia in più, perché il bio non può essere un bollino, deve nascere dentro.
Da dove ripartiamo? Proprio da lì, con una maggiore consapevolezza che deriva dai dieci anni e più che abbiamo alle spalle. A partire da oggi, da questo numero zero un po’ sperimentale ma al quale seguiranno newsletter sempre più ricche e complete per l’appuntamento fisso del martedì, abbiamo due obiettivi prevalenti: fare di GreenPlanet un sito di filiera, una piattaforma d’informazione B2B, dove le aziende siano in costante filo diretto con fornitori e clienti, con i competitor, con i mercati internazionali, con gli eventi di settore; dare netta prevalenza al food e alle sue dinamiche, alle normative che lo riguardano, a coloro che lo vendono al consumatore e che debbono conoscere meglio e apprezzare di più i produttori e i trasformatori, mettendo in secondo piano i temi ambientali se non quando abbiano incidenza diretta sul prodotto.
Siamo rimasti fermi per qualche mese. Una pausa di riflessione necessaria per ripartire con più convinzione, con l’intervento diretto di una casa editrice e del suo staff giornalistico, la Gemma Editco di Verona, che ha online due altre piattaforme: corriereortofrutticolo.it e frescutnews.net con le quali, nei limiti del possibile, faremo sinergia.
Abbiamo messo in cantina, per il momento, Bollettino Bio. Adesso sito e newsletter portano lo stesso nome, hanno una grafica unica, più fresca e una base informatica più professionale. Abbiamo un nuovo claim che completa la testata: la libertà di essere bio, che è un po’ un programma di lavoro perché per noi il bio non è una scelta scontata, è una scelta libera che si rinnova.
Abbiamo la consapevolezza che rientriamo in gioco in una fase nuova e particolare: il biologico italiano ha forse esaurito il suo boom, la crescita a due cifre, è entrato in una fase di consolidamento che lo mette di fronte a una sfida a cui non era abituato ovvero pianificare di più, analizzare mercati, prodotti e servizi con maggiore attenzione per garantire il progresso delle aziende. La grande distribuzione organizzata, con le sue private label, ha assunto un ruolo cruciale. E la globalizzazione c’è anche nel biologico e ci sarà ancora di più.
In questo contesto non dimenticheremo mai il ‘biologico vero’, i ‘valori del biologico’, la difesa e la valorizzazione di chi li porta avanti.
Da qui a Biofach 2020, la prima fase di questo nuovo corso di GreenPlanet sarà conclusa. Il nostro successo dipenderà da noi ma dipenderà anche da voi, dalla vostra consapevolezza del valore e dell’utilità di una buona informazione al fianco del settore.
Antonio Felice
direttore di GreenPlanet
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