È passata una settimana dalla chiusura di Marca. È il momento per una riflessione complessiva sugli spazi che sono stati dedicati al biologico nella manifestazione che è il riferimento per i prodotti a marchio del distributore in Italia. Anzitutto, passeggiando tra gli stand è emerso come non mancassero proposte biologiche da parte delle aziende che si propongono come partner della grande distribuzione per la produzione delle loro referenze a marchio. D’altro canto, in un’offerta MDD sempre più segmentata, non possono mancare delle proposte biologiche, cui possono essere dedicate delle linee proprie o possono essere inseriti all’interno dei brand salutistici o etici delle catene.
Anche il programma convegnistico ha dato spazio al biologico e al suo ruolo all’interno della grande distribuzione in generale e della proposta MDD in particolare. Il tema è stato approfondito nel convegno AssoBio “L’Italia di oggi e di domani: il ruolo sociale ed economico del biologico nella distribuzione moderna” (vedi news). È emerso che, secondo dati Nielsen, le vendite del bio nella GDO rappresentano un giro d’affari da 2,1 miliardi di euro nel 2023, pari al 2,9% del totale alimentare nel canale.
In un contesto non semplice per le vendite retail, che crescono in valore, ma non in volume, le performance del biologico sembrano andare meglio del mercato nel suo complesso, facendo segnare +4,7% a valore e -0,3% a volume.
L’Italia è per dimensione il quarto mercato del biologico tra i grandi Paesi in Europa dopo Germania (7,8 mld €), Francia (5,7 mld €) e Regno Unito (2,3 mld €), nel canale GDO. È terza per quanto riguarda invece il trend a valore, dopo Germania (+7,8%) e Spagna (+6,7%).
All’interno del territorio nazionale, il trend di crescita è più accentuato nel Sud (+8,7%) e al Centro (+5,6%), ma l’incidenza maggiore del bio sul totale della spesa alimentare si verifica nel Triveneto-Emilia Romagna (3,4%).
Uova, gallette e confetture sono i prodotti biologici più venduti nella Grande Distribuzione a valore, insieme a latte fresco, sostitutivi del latte Uht, olio extra vergine d’oliva, cereali per la prima colazione, creme spalmabili dolci, yogurt intero, pasta integrale o con farine di farro, kamut o legumi e verdura di IV Gamma. Tutti articoli che, non a caso, non mancano nell’offerta a marchio del distributore.
I dati Nomisma, infine, hanno descritto il rapporto tra consumatore e distribuzione moderna. Da un lato l’utenza acquista prodotti bio perché sono più sicuri per la salute (27%) e rispettosi dell’ambiente (23%), ma dall’altro il 40% ammette di essere confuso nell’interpretare e nel riconoscere le etichette e le caratteristiche dichiarate di sostenibilità.
Insomma, la presenza del biologico in una fiera dedicata alla grande distribuzione è più che giustificata.
Elena Consonni