Il 2022 è un anno decisivo per il futuro dei pesticidi in UE

PESTICIDI

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L’agricoltura in UE contribuisce al 10% delle emissioni di gas serra. Per far fronte a tale problema la soluzione auspicabile è di limitare l’uso di pesticidi. Una premessa scontata, soprattutto a fronte dell’esito di un sondaggio Eurobarometro dello scorso aprile in base al quale il 65% dei cittadini europei sostiene che l’uso di pesticidi e altri prodotti chimici in agricoltura sia un problema urgente per le aree rurali.

Tuttavia, sebbene la Farm To Fork richieda la diminuzione pesticidi, non è uno strumento legislativo vincolante e la nuova PAC, approvata a dicembre, a tale proposito lascia largo margine di manovra ai governi nazionali.

Affinchè non vi siano solo mere linee guida su come apportare una reale riduzione dell’uso di erbicidi e pesticidi, nel 2022 la Commissione vuole mettere in campo un altro strumento legislativo. Per prima cosa, infatti, è prevista per marzo le revisione della direttiva del 2009 sull’uso sostenibile dei pesticidi (detta SUD) che mira specificatamente a ridurre i rischi e gli impatti dell’uso dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente. Una proposta che ha fatto sobbalzare le sedie dei manager delle aziende agrochimiche, che temono gravi ripercussioni sul fatturato.

D’altra parte, come rendere sostenibile l’utilizzo dei pesticidi, se non attraverso una diminuzione del loro uso? Tra le soluzioni a cui fanno appello le aziende, supportate da associazioni di agricoltori, la SUD dovrebbe favorire e promuovere l’adozione di un’agricoltura sempre più digitalizzata, con nuove tecnologie di precisione e nuovi strumenti che rendano possibile una distribuzione mirata dei pesticidi sul terreno da cultura.

Le ONG chiedono invece una transizione verso pratiche agroecologiche più rigorose, per rispondere alle sfide sanitarie, sociali e ambientali coinvolgendo i piccoli agricoltori e i cittadini.

Sappiamo tutti che lo sviluppo dell’agricoltura bio e l’implementazione dell’agroecologia dimostrano che l’agricoltura senza pesticidi è un’opzione reale, che richiede un forte adattamento e impegno da parte degli agricoltori e delle forze politiche. La SUD sarà la prima vera riforma del Green Deal a essere votata. Ma se sarà poco ambiziosa, la transizione ecologica dell’Unione si fermerà al primo passo.

Il 2022 sarà inoltre determinante per il futuro di alcuni pesticidi come il glifosato. Nel 2017 la Commissione europea ne aveva concesso un’approvazione quinquennale per l’utilizzo che scadrà il 15 dicembre prossimo. L’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza del cibo con sede a Parma, è chiamata a emettere dunque il suo verdetto su un possibile rinnovo, basandosi anche sul dossier scientifico presentato dal Glyphosate renewal group (GRG), un’alleanza di aziende (tra cui Bayer), che mira a mantenere il glifosato sul mercato.

Il GRG ha presentato un dossier di oltre 16mila pagine per dimostrare che il pesticida in questione non ha alcun effetto nocivo sulla salute dell’uomo e sull’ambiente. Una quantità spropositata di documenti che appare un evidente escamotage per rendere impossibile all’Efsa  la verifica entro dicembre.

Sotto esame infine anche il flumioxazin, considerato il sostituto più probabile del glifosato, un pesticida ampiamente utilizzato in 16 stati membri.  Dopo aver esteso sei volte la sua approvazione dal 2003 ad oggi, a metà di quest’anno gli Stati membri dovranno decidere anche sul suo rinnovo.

La Redazione

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