La denuncia arriva direttamente da IFOAM Organics Europe, la principale organizzazione del settore a livello europeo: i piani nazionali della Politica agricola comune dei Paesi UE non fanno abbastanza per promuovere il biologico e raggiungere il traguardo del 25% dei terreni a bio entro il 2030. L’analisi, basata sul feedback delle associazioni di agricoltori biologici in 22 Paesi, ha dimostrato che la maggior parte dei progetti di piani strategici nazionali della PAC non è ambiziosa e non contribuirà in modo significativo allo sviluppo dell’agricoltura biologica nell’UE né al raggiungimento degli obiettivi dell’UE fissati nella strategia Farm to Fork.
L’IFOAM ha invitato la Commissione europea, che sta valutando i piani, a garantire che gli Stati membri dispongano di misure e bilanci migliori che possano garantire almeno la continua crescita della produzione biologica durante il prossimo periodo della PAC, in linea con il piano d’azione dell’UE sullo sviluppo dell’agricoltura biologica. Si tratta di mancanza di ambizioni rispetto ai criteri ambientali degli eco-regimi e alle difficoltà degli agricoltori nel combinare i programmi biologici con le misure agroambientali e climatiche (PECM).
Jan Plagge, Presidente di IFOAM Organics Europe ha avvertito: “La prossima PAC 2023-2027 dovrebbe essere uno strumento di politica pubblica intelligente per aumentare il sostegno all’agricoltura biologica e raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal e dalle strategie Farm to Fork e Biodiversity. Per ora, tuttavia, vi è un evidente divario tra l’ambizione dell’UE di raggiungere il 25% di terreni biologici entro il 2030 e la debolezza delle misure e dei bilanci previsti per lo sviluppo dell’agricoltura biologica in molti Stati membri. Proprio per il suo valore nel contribuire al raggiungimento di molti degli obiettivi della nuova PAC, come la salvaguardia ambientale, il benessere animale, la responsabilizzazione degli agricoltori e la rinaturalizzazione delle zone rurali, l’agricoltura bio dovrebbe essere adeguatamente sostenuta dagli Stati membri.”
Eduardo Cuoco, Direttore di IFOAM Organics Europe ha affermato: “La Commissione ha una grande responsabilità nel garantire l’approvazione dei Piani Strategici Nazionali della PAC. I Paesi UE, d’altro canto, dovrebbero assicurarsi che le loro misure e i loro bilanci incentivino la conversione al bio: per questo gli agricoltori biologici dovrebbero essere ricompensati con livelli più equi di pagamenti, in grado di riconoscere loro i benefici del loro lavoro per l’ambiente e la società”.
La situazione è particolarmente preoccupante nei grandi Paesi produttori come la Spagna, dove il bilancio fissato per il biologico è stato drasticamente ridotto da 400 milioni di euro all’anno nel precedente periodo della PAC a 700 milioni di euro per l’intero triennio 2023-27. L’Austria, che ha già raggiunto il 26% della SAU a bio, ha previsto una riduzione del sostegno finanziario per il biologico da 235 euro/ettaro dell’attuale PAC a 205 euro/ha nella prossima. In Francia chi coltiva biologico riceve lo stesso sostegno economico di chi coltiva con certificazione HVE (il cosiddetto “alto valore ambientale”) che fornisce minori benefici ambientali e che consente l’uso di pesticidi, fertilizzanti sintetici, e OGM. Infine, in Germania, nonostante l’ambizioso obiettivo del 30% di terreni agricoli biologici entro il 2030, il budget previsto per promuovere l’agricoltura bio non sarà sufficiente per raggiungere questo traguardo, e gli agricoltori biologici continuano a rischiare di perdere soldi a causa del problema del “doppio finanziamento” tra gli eco-schemi e le misure di sviluppo rurale.
Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia non hanno ancora fissato un obiettivo ufficiale nel loro piano strategico, sebbene il regolamento di esecuzione 2021 della Commissione stabilisca che lo avrebbero dovuto già fare. Altri Ppaesi (Austria, Belgio, Danimarca, Ungheria, Finlandia, Francia, Lettonia, Polonia e Portogallo) hanno invece fissato obiettivi non sono sufficientemente ambiziosi rispetto alle tendenze di crescita, come per esempio l’Austria o il Portogallo, che ha raggiunto il 18% nel 2021 e fissato un obiettivo del 19% entro il 2027.
Fonte: Ufficio stampa IFOAM