Una distesa di boschi, prati, calanchi e pascoli, fra i Comuni di Borgotaro e Albareto, in provincia di Parma, ricca di testimonianze della civiltà della montagna come antiche case in pietra, chiese con preziose testimonianze d’arte e castagneti secolari.
Nata per volontà della famiglia Marchini-Camia come Oasi WWF e diventata nel 2010 Riserva Naturale Regionale, i Ghirardi sono in gestione all’ente Parchi del Ducato che, grazie ad una convenzione, ha affidato a WWF Parma le attività di ricerca scientifica, programmazione e gestione delle attività didattico-culturali.
La Riserva da un lato è un luogo ideale per la ricerca, dall’altro uno spazio naturale vocato alla divulgazione e alle esperienze in contatto con la natura. Per questo, da tempo, il monitoraggio della biodiversità e le iniziative per il pubblico sono le principali attività a cui si dedica il coordinatore, Guido Sardella, con la supervisione dell’Ente di gestione.
Nei primi sei mesi del 2017 è stato effettuato il censimento dell’avifauna e sono state realizzate numerose osservazioni di anfibi, rettili, pesci e mammiferi, con alcuni risultati sorprendenti. Fra le specie di uccelli, non mancano ospiti rari e di grande interesse conservazionistico, a partire da una coppia della rara Bigia grossa ormai quasi scomparsa in Italia, per proseguire con rapaci come il Biancone, l’Astore, il Lodolaio e il Falco pecchiaiolo. Presenti una ventina di coppie di Tottavilla, una decina di coppie di Succiacapre e altrettante di Averla piccola, tutte specie di importanza comunitaria legate ai prati e pascoli che, fortunatamente, nella Riserva sono spesso in regime di agricoltura biologica.
Con le foto trappole è stato seguito il piccolo branco di lupi residente nella Riserva che ha contribuito, in modo significativo, a ridurre l’elevato numero di ungulati.
Anche la vegetazione riserva gradite sorprese: 750 specie fra erbe, fiori e piante, 34 specie di orchidee, il giglio di San Giovanni, la Genziana di Esculapio, il Melo fiorentino e, fra gli alberi, alcuni patriarchi di dimensioni monumentali tra cui oltre 30 Roverelle, 2 Cerri, 2 Sorbi domestici e un Nespolo selvatico.
Convinti che questo patrimonio debba essere valorizzato attraverso una fruizione di qualità, sono state programmate 50 iniziative per target diversi, di cui una ventina finanziate dai Parchi del Ducato al fine di renderne gratuita la partecipazione agli utenti. Visite alla scoperta della flora e della fauna, laboratori rivolti ai bambini (costruzione dei nidi per insetti utili, rilevamento delle tracce, realizzazione di laghetti per anfibi), incontri legati alla coltivazione di varietà antiche di frutti e ortaggi, mini corsi e mostre d’ arte e fotografia, sono solo alcuni esempi delle attività proposte.
Un calendario denso di appuntamenti tutto l’anno, grazie anche alla collaborazione con diversi esperti, artigiani, artisti e agricoltori del territorio, come i Piccoli Produttori dell’Alta Val Taro, e l’Azienda Fili d’Erba, che si trova nella Riserva e che alleva pecore e capre per la produzione di formaggio e altri animali al pascolo.
Nei primi sei mesi sono stati oltre 250 i partecipanti agli eventi e quasi 1000 gli utilizzatori del Centro Visite di case Predelle, aperto ogni domenica tutto l’anno.
Ultima, ma non per importanza, grazie al pascolo praticato dall’azienda Fili d’Erba e il controllo della biodiversità, ha avuto come risultato l’aumento quasi esponenziale delle specie di farfalle diurne presenti nell’area protetta, passate da 15 a 55.