Venerdì 7 aprile è stata la Giornata Mondiale della Salute, un’occasione per riflettere sull’importanza della salute e sui fattori che la influenzano. Il tema di quest’anno è stato “salute per tutti”, un concetto che richiama quello di “salute globale”, unica chiave per poter garantire la sopravvivenza di tutte le specie, compresa la nostra. Tra le sostanze che destano maggiore preoccupazione, ci sono i pesticidi usati in agricoltura, di cui è ormai scientificamente provato che, anche a dosi minimali, possono risultare estremamente nocivi per la salute umana e rappresentare quindi un vero e proprio problema di salute pubblica. Nonostante ciò, l’impiego di pesticidi a livello globale è quasi raddoppiato dal 1990 e l’Italia è il secondo maggiore mercato di pesticidi nell’UE secondo i dati Eurostat.
Il consumo globale di pesticidi è in aumento, con un mercato che ha raggiunto un valore di 84,5 miliardi di dollari nel 2019, con tasso di crescita inarrestabile che quest’anno raggiungerà l’11,5%, sfiorando i 130,7 miliardi di dollari. E l’Italia? Nel 2020 in Italia sono stati venduti 125 milioni di kg di sostanze chimiche per l’agricoltura, 5,2 kg/ettaro, nonostante le conseguenze sulla salute e sull’ambiente siano note e sempre più approfondite. Nel 2021 la SAU (superficie agricola utilizzata) coltivata senza veleni in Italia era ancora solo il 17,4%.
Per il WWF l’unica soluzione è l’agricoltura biologica: in tutto il mondo vi sono realtà che dimostrano che un futuro agroecologico è possibile. Sempre più città, Stati e Regioni cercano di abbattere l’uso dei pesticidi o persino di bandire completamente gli agenti chimici dai campi e nelle aree di verde pubblico. La Strategia Farm to Fork dell’UE indica l’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030 a livello europeo. Con il Regolamento SUR per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in agricoltura, proposto dalla Commissione europea e adesso in discussione al Parlamento, questi obiettivi vengono declinati a livello di singoli Stati membri e diventeranno vincolanti. Per l’Italia è stato fissato l’obiettivo ambizioso di riduzione del 62% entro il 2030, proprio perché siamo uno dei maggiori utilizzatori a livello europeo.
Per arrestare la pandemia silenziosa dei pesticidi, oltre a una strategia europea e al rinnovo della normativa nazionale, è indispensabile far crescere il mercato del biologico nazionale. L’Italia è ai primi posti in Europa per export di prodotti biologici certificati mentre i consumi interni restano bassi, sebbene i dati dimostrino che il consumo di prodotti biologici in Italia è quasi raddoppiato in 10 anni e in costante crescita, seppur lentamente. Scegliere di acquistare prodotti bio, liberi da veleni, contribuisce non solo alla crescita dell’agricoltura biologica, ma anche alla tutela della propria salute.
Fonte: La Repubblica