In occasione della Giornata europea del Biologico, il 23 settembre presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste è stato presentato il rapporto ISMEA sul biologico. I dati confermano la crescita del settore anche nel 2024 e illustrano le opportunità legate alla Politica Agricola Comune (PAC) a sostegno delle aziende biologiche.
Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio, ha espresso soddisfazione per i risultati emersi: “Le superfici agricole coltivate a biologico sono cresciute del 2,5% rispetto al 2023, avvicinandoci all’obiettivo del 25% di terreni bio entro il 2030, indicato dalla strategia europea Farm to Fork. Il Sud Italia resta trainante, ma anche Centro e Nord, con numeri significativi in Toscana ed Emilia-Romagna, contribuiscono in modo rilevante alla crescita del settore”.
Anche i consumi registrano un trend positivo: “Mentre i consumi alimentari complessivi aumentano dello 0,9%, quelli biologici crescono del 2,9% a valore. Questo dimostra che i cittadini riconoscono il valore del biologico e sono disposti a premiarlo nelle loro scelte quotidiane”, aggiunge Maffini.
Durante l’incontro, particolare attenzione è stata dedicata al nuovo Marchio del biologico italiano, che presto potrà essere apposto in etichetta dalle aziende conformi al regolamento di prossima pubblicazione: “Siamo certi – prosegue la Presidente – che l’introduzione del marchio del biologico italiano potrà ulteriormente valorizzare i prodotti del nostro Paese, accrescendone l’appeal e la visibilità sia sul mercato interno che all’estero. Ci auguriamo, inoltre, che la sinergia tra il settore e le istituzioni continui a crescere, così da garantire la sostenibilità economica degli operatori e superare lo scetticismo ancora presente in una parte dei consumatori. Solo insieme possiamo rendere il biologico un pilastro stabile e riconosciuto dell’agricoltura italiana. Iniziative come quella di oggi, in grado di offrire momenti di confronto e di valorizzazione del lavoro svolto dall’intera filiera, sono centrali per il nostro settore.”
Italia Bio sottolinea invece il valore culturale del marchio. Secondo il presidente Lillo Alaimo Di Loro, “Il Marchio del biologico italiano non deve essere solo un segno distintivo di qualità, ma rappresentare un vero e proprio vessillo culturale. Esso unisce la qualità dei prodotti, i valori sociali e la bellezza del paesaggio rurale, contribuendo a contrastare la desertificazione sociale dei piccoli comuni italiani”.
Il marchio mira così a combinare efficienza produttiva e sostenibilità culturale, diventando strumento di riconoscibilità internazionale dei prodotti italiani e motore di sviluppo per il territorio. “L’agricoltura biologica italiana offre un modello solido per sviluppare comunità del cibo e distretti bio e slow, promuovendo sovranità alimentare e diritto a un cibo sano e giusto”, conclude Alaimo Di Loro.
AssoBio e Italia Bio ribadiscono l’importanza della collaborazione tra istituzioni, associazioni e imprese per consolidare il biologico come pilastro stabile dell’agricoltura italiana, valorizzando il cibo come sintesi di tradizione, qualità e comunità.
La Redazione