Giornata CIA in Expo: più verde e più agricoltura nelle città

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Può essere una città vivibile se il verde urbano non la connota? E può dirsi compiutamente polo culturale e sociale una città che ignori l’agricoltura? Non in Europa e non in Italia.

E’ stato questo il tema del convegno ‘Le città si colorano di verde’, una delle iniziative che hanno caratterizzato la seconda giornata CIA in Expo lo scorso 18 giugno all’auditorium di Palazzo Italia.

 

A ragionare di verde urbano, dopo l’introduzione di Gianluca Cristoni presidente dell’associazione PromoVerde-CIA, coordinati dal vicedirettore del Tg1 Susanna Petruni, sono stati Francesco Loreto, direttore Dipartimento Scienze Bioagroalimentari del CNR; Chiara Bisconti, assessore al Verde del Comune di Milano; Nathalie Grenon di Sartogo (Architetti Associati), ideatrice del progetto Tangenziale Verde a Roma; Adriano Paolella dell’associazione Cittadinanzattiva.

E poi Roberto Chiti dell’azienda vivaistica Pistoia, coordinatore del Gie Florovivaismo della Cia ed Erri Faccini, giovane imprenditore agricolo autore del progetto per la valorizzazione e la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle aree a verde di proprietà del Consorzio ZIP (Zona Industriale di Padova).

Come ha sottolineato il vicepresidente nazionale di CIA, Alessandro Mastrocinque, il tema del verde urbano è un tema centrale perché ‘non riguarda solo la gestione dei parchi e dei giardini, ma anche la creazione di cinture verdi per riqualificare le periferie, l’uso di infrastrutture naturali, la riqualificazione di aree industriali dismesse, compreso la ripermeabilizzazione di aree cementificate’.

Si tratta, cioè, di ristudiare completamente la logica del rapporto tra città e campagna, in un mondo che vede già oltre il 50% per cento della sua popolazione vivere in aree metropolitane o urbane.

Nel 2013 il verde urbano pubblico rappresentava in media il 2,7 per cento del territorio dei capoluoghi di provincia italiani (oltre 577 milioni di metri quadrati e, in media, 32,2 metri quadrati per abitante). Rispetto al 2012, la superficie complessiva del verde urbano cresceva dello 0,7 per cento. Circa il 16 per cento della superficie di questi comuni è inclusa tra le aree naturali protette.

Complessivamente le aree verdi coprono oltre 3,7 miliardi di mq (pari al 18,2 per cento del territorio dei capoluoghi). In termini di disponibilità pro capite, il 40 per cento circa dei capoluoghi di provincia del Nord offre agli abitanti una buona disponibilità di verde, superiore alla media nazionale (pari a 32,2 m2 per abitante) La quota di città con buona dotazione di verde scende sotto il 28 per cento al Centro e nel Mezzogiorno. Tra i centri urbani più grandi, hanno un buon ‘profilo verde’ Genova, Trieste, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari.

Uno studio della Commissione europea individua in Liegi in Belgio, Oulu in Finlandia e Valenciennes in Francia le città più verdi: 300 metri quadrati a testa. La ‘Greater London Authority’ ha contato che a Londra il 63 per cento dei 1.572 chilometri quadrati della capitale è occupato da spazio verde, giardini o acque. Un terzo di questa percentuale è rappresentato dai giardini privati e un terzo da verde spontaneo. Il 16 per cento del verde urbano è costituito da parchi o giardini pubblici (circa 173 chilometri quadrati in totale, secondo il London Councils). Vuol dire 105 metri quadrati per abitante.

Francesco Loreto del CNR ha riportato dati sorprendenti: più verde nelle città o meglio una vita in ambienti circondati dal verde significa un calo del 25% delle violenze domestiche, un calo del 7% del crimine, un calo del 20% dei tempi di ospedalizzazione, un calo del 10% delle ore di assenteismo, una migliore attenzione nei confronti dei bambini, minori costi per la sanità, minori costi energetici, la valorizzazione del settore immobiliare.

Un altro contributo del convegno: secondo la classifica europea in Italia non abbiamo città ‘smart’. Al primo posto resta Copenaghen, seguita da Amsterdam e Vienna. Barcellona è la prima del Sud Europa ed è quarta nella classifica comunitaria. Al quinto posto c’è Parigi. La classifica vede poi Londra, Berlino, Helsinki, Stoccolma e Amburgo. Nessuna italiana è nella ‘top ten’. Un motivo in più per interrogarsi sul verde urbano e su quanta agricoltura ci vuole per migliorare le città.

L’architetto Nathalie Grenon ha riproposto al convegno CIA un progetto che è un unicum in Europa: la tangenziale verde. Si tratta di coltivare un tratto di strada abbandonato: il pezzo di tangenziale che va, a Roma, da Batteria Nomentana alla Stazione Tiburtina. Lì l’architetto Grenon ha immaginato un bioparco da coltivare. ‘Si tratta di un innovativo progetto di riqualificazione urbana attraverso la rigenerazione ambientale – ha detto al convegno -. Sarà un giardino agronomico, quindi produttivo, che prediligerà le coltivazioni autoctone, anche perché il Lazio è la regione italiana più ricca di biodiversità’.

 

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