Crolla Oltralpe la domanda di uova biologiche. Una situazione grave, che sta mettendo in difficoltà l’intera filiera, con produttori che minacciano di declassare la propria produzione abbandonando di fatto il bio, nonostante l’incombere dell’entrata in vigore della nuova legge nazionale, prevista nel gennaio prossimo, che vieta di allevare le galline ovaiole in gabbia.
Durante i mesi di lockdown le vendite di uova bio erano schizzate alle stelle (+2,8% sul 2019), trainate dalla voglia di prodotti salubri per la produzione di dolci homemade, incentivando gli operatori a velocizzare la conversione dei propri allevamenti. Ora tuttavia lo scenario si è completamente capovolto e la vendita di uova sta ritrovando un ritmo meno sostenuto rispetto al 2020.
Questo ha messo sulle spine i produttori impegnati fin dal 2017 nella conversione dei propri allevamenti verso il biologico o all’aperto. Al momento lo stock di uova è elevato e le conseguenze sui prezzi si stanno già facendo sentire, ha fatto sapere Philippe Juven, presidente del Cnpo che raggruppa i rappresentanti dell’industria delle uova del primo Paese produttore in UE. Il Covid ha stravolto l’analisi di mercato e la dinamica reale del segmento bio, secondo il Cnpo, lasciando disorientati gli allevatori all’uscita della crisi. Il calo della domanda di uova bio si deve anche al prezzo doppio rispetto a quello delle uova allevate a terra le cui vendite sono triplicate (+170%) da gennaio rispetto al 2019.
La Redazione