Secondo l’associazione Initiative Bio Bretagne, dall’inizio dell’anno l’intero settore biologico in Francia sta registrando un calo dei consumi nei supermercati e nei negozi di medie dimensioni. I più colpiti: i produttori di uova biologiche (vedi news). E il timore è che gli agricoltori biologici tornino all’agricoltura convenzionale. L’allarme è stato lanciato direttamente dal presidente dell’associazione, Denis Paturel in un’intervista alla testata d’Oltralpe Ouest France.
“L’agricoltura biologica è popolare tra i cittadini. Abbiamo avuto una crescita a doppia cifra abbastanza eccezionale per alcuni anni soprattutto durante il lockdown. Oggi però registriamo una sovrapproduzione di uova e latte; la domanda è in calo e questo ci preoccupa. C’è disaffezione dei consumatori nei confronti del biologico”.
Alla domanda relativa al surplus di prezzo del biologico quale potenziale freno, Paturel risponde: “Se il prezzo è un freno, bisognerà trovare delle soluzioni. Una delle leve può essere la riduzione dell’IVA. Il calo dei consumi provocherà riconversioni: gli agricoltori biologici potrebbero fare marcia indietro per motivi economici. Oggi gli allevatori bio vengono reindirizzati verso altri metodi di produzione e/o allevamento”.
E su questo punto il presidente dell’associazione precisa: “Sarebbe l’inizio della fine per il settore bio. Oggi molte aziende agricole si stanno prendendo una pausa dallo sviluppo nel bio; è un passo necessario per verificare la reazione del mercato. Spero si tratti solo di una pausa”.
In particolare, secondo Initiative Bio Bretagne, per la frutta e verdura biologica, il problema è nella concorrenza sui prezzi dei prodotti biologici spagnoli. Stesso discorso per le carni biologiche, che sarebbero diminuite del 9% in volume, nella prima metà del 2021.