“L’agricoltura biologica è una priorità del PSR Basilicata”. È quanto dichiarato da Francesco Fanelli, assessore alle Politiche agricole e forestali della Basilicata, in occasione della conferenza online Riforma della politica agricola e prospettive per l’agricoltura biologica, organizzata dall’AIAB – Associazione Italiana per l’agricoltura biologica.
“Al contempo – ha aggiunto l’assessore – l’agricoltura biologica ha rivestito un’importanza notevole rappresentando una delle priorità strategiche del PSR Basilicata 2014-2020 e determinando, tra l’altro, una netta riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e l’adozione di tecniche agricole sostenibili con conseguente riduzione del rischio ambientale. In considerazione delle risorse disponibili, che sono ancora in corso di definizione, il nuovo bando assicurerà i pagamenti per il mantenimento dell’agricoltura biologica e selezionerà le aziende in conversione, finanziando, a parità di condizione, quelle con una superficie maggiore. In tal modo i nuovi impegni, riferiti al triennio 2021-2023, garantiranno la continuità dei pagamenti alle aziende biologiche fino alla nuova programmazione”.
Intanto in Basilicata si pensa ad una filiera anche per l’agricoltura biologica. Che sia la più corta possibile.
“Le filiere – ha dichiarato Fanelli – rappresentano una modalità organizzativa che riteniamo essenziale per migliorare i processi interni e contrastare quelli esterni. L’obiettivo è quello di garantire la giusta remunerazione tra i diversi attori. All’esterno diventano scudo verso fenomeni di possibile speculazione, in quanto capaci di attivare forme virtuose di auto regolamentazione. Tutto ciò in una visione di filiera produttiva che rappresenta una delle modalità organizzative più efficaci per fronteggiare momenti di crisi in generale e migliorare la capacità produttiva di trasformazione e commercializzazione. Crediamo fortemente nella competitività e forza delle filiere, tanto che abbiamo provveduto a reperire risorse per finanziare per tutti i progetti che, inizialmente, sono risultati ammessi ma non finanziabili per carenza di risorse”.
Nel quinquennio 2016-2020, il PSR Basilicata ha utilizzato le risorse della Misura 11 per sostenere da un lato la conversione all’agricoltura biologica – Sottomisura 11.1 “Pagamenti per la conversione in pratiche e metodi di agricoltura biologica” – dall’altro il mantenimento delle pratiche di agricoltura biologica attraverso un premio corrisposto sulla base degli ettari oggetto di impegno quinquennale – Sottomisura 11.2 “Pagamenti per il mantenimento di pratiche e metodi di agricoltura biologica”. Le risorse messe a disposizione per l’intero quinquennio sono state circa 86 milioni di euro, interessando circa 2.300 aziende ed una superficie “a premio” investita a biologico di circa 71.500 ettari per anno (sulla media dei 5 anni), di cui oltre il 50% destinata a cereali e leguminose. La misura 11 ha senza dubbio contribuito, per un verso alla conservazione della biodiversità e per altro ha favorito la diversificazione degli ordinamenti produttivi attraverso l’utilizzo di varietà/ecotipi locali caratterizzati da una maggiore resistenza alle avversità biotiche e climatiche.
“La produzione biologica lucana è senza dubbio fortemente condizionata dagli aiuti comunitari – ha detto l’assessore – ma è altrettanto vero che il sostegno offerto a parziale copertura dei maggiori costi sostenuti non è sufficiente a garantire il corso delle produzioni biologiche che a livello regionale continuano a registrare l’assenza di adeguati canali di commercializzazione in grado di remunerarne la produzione stessa. In questo contesto normativo si inserisce la programmazione del nuovo bando per l’agricoltura biologica che, partendo dalle regole della scheda di misura del PSR 2014-2020, ed in coerenza con le prescrizioni dell’art. 7 del Regolamento di transizione, prevede l’attivazione di nuovi impegni per il triennio 2021-2023. Si è ritenuto infatti di avviare un nuovo bando e di non prolungare gli impegni già assunti per consentire a nuove aziende di accedere al premio per la conversione all’agricoltura biologica. Da regolamento la conversione all’agricoltura biologica può essere finanziata per un periodo massimo di tre anni per poi essere sostenuta come mantenimento”.
Maria Ida Settembrino