Equivalenza USA-UE: cosa vuol dire per chi importa

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Analogamente a chi esporta, a seguito del riconoscimento dell’equivalenza tra il Reg. CE 834/2007 ed il Regolamento USDA/NOP sono molte le cose che cambieranno per gli importatori a far tempo dall’entrata in vigore di tale accordo, cioè dal 1 giugno 2012.

Gli importatori nella UE, a decorrere dal 1 giugno 2012, non saranno più tenuti a richiedere all’Autorità competente la specifica autorizzazione all’import (permane comunque l’obbligo, a livello italiano, di essere iscritti all’albo nazionale degli importatori, come da art. 11.1 del DM 18354 del 27 novembre 2009 e successive modifiche ed integrazioni).

Le spedizioni dagli USA verso la UE dovranno essere scortate dal certificato di controllo, il cui modello è già in uso da tempo (cfr. allegato V del Reg. UE 1235/2008) e le modalità di utilizzo e verifica nel punto di accesso doganale resteranno le medesime anche con l’entrata in vigore dell’accordo di equivalenza.

Al momento della pubblicazione degli atti relativi al riconoscimento, sono oggetto di tale accordo solo i prodotti coperti dallo scopo delle due specifiche regolamentazioni, restano pertanto esclusi attualmente le produzioni dell’acquacoltura.

Per quanto riguarda le altre produzioni, sono state indicate delle limitazioni il cui rispetto dovrà essere verificato lungo tutta la filiera produttiva. In particolare, non potranno essere importati dagli USA prodotti agricoli trattati con antibiotici (in particolare mele e pere trattate con tetraciclina e streptomicina per il controllo del colpo di fuoco batterico): per coprire questo aspetto è stato previsto, con il Reg. UE n. 126/2012, allegato III, che tali prodotti agricoli o loro derivati siano accompagnati da un certificato emesso dall’Organismo di Certificazione o dall’Autorità di controllo, attestante il mancato utilizzo di tali sostanze in ogni fase del processo produttivo.

L’accordo vale sia per le produzioni agricole ottenute e trasformate nei territori degli Stati Uniti e anche per le produzioni agricole ottenute al di fuori di tali territori, ma certificate ed importate successivamente negli Stati Uniti secondo quanto disposto dal Regolamento USDA NOP, ai fini della loro successiva trasformazione, confezionamento e spedizione verso l’Europa.

I prodotti così ottenuti dovranno essere etichettati secondo le disposizioni del territorio di destinazione e fregiarsi del rispettivo logo: in pratica, i prodotti potranno essere già etichettati con il logo biologico della UE in partenza dagli Stati Uniti ed essere liberamente commercializzati nella UE, una volta terminate le pratiche doganali.

Roberto Setti, responsabile Ufficio Tecnico del CCPB

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