Secondo le nuove indicazioni, a partire dal 14 gennaio sono al bando tutti i prodotti di plastica usa e getta che ogni giorno inquinano il nostro Pianeta mettendo a rischio la vita di tanti animali, a cominciare da quelli che popolano i mari e gli oceani. Un cambiamento che nasce dall’intento di promuovere una transizione verso un’economia circolare fatta di modelli imprenditoriali e prodotti sostenibili.
La lista dei prodotti interessati dallo stop stabilito dal nuovo decreto legislativo 196, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 30 novembre scorso, in favore di materiali green e sostenibili per l’ambiente comprende:
- piatti e posate (forchette, coltelli, bacchette e cucchiai)
- cannucce e miscelatori per bevande e cocktail
- borse di plastica
- bastoncini cotonati
- aste per il sostegno dei palloncini
- contenitori e tazze in polistirene espanso (con relativi tappi e coperchi)
- Prodotti in plastica oxo-degradabile, e cioè quelle materie plastiche che contengono additivi che, attraverso l’ossidazione, provocano una microframmentazione o una decomposizione chimica.
A questo elenco si aggiunge la norma che impone una riduzione del consumo di tazze, bicchieri e contenitori per gli alimenti che vengono consumati sul posto o da asporto, direttamente dal recipiente, senza il bisogno di un’ulteriore preparazione, ad esempio i recipienti usati per le insalate pronte, frutta o dolci.
A quanto sembra, la nuova normativa sul divieto della plastica monouso non interesserà, almeno in Italia, i prodotti monouso in plastica biodegradabile e compostabile, per i quali è stata fatta un’eccezione. In base alla norma comunitaria, infatti, tali prodotti dovrebbero essere vietati al pari delle stoviglie di plastica monouso derivata da petrolio e gas fossile.
Altra eccezione solo italiana riguarda l’esclusione dei prodotti con rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10% dell’intero prodotto. Stiamo parlando, ad esempio, di piatti, bicchieri e contenitori rivestiti in plastica.
Le violazioni potrebbero comportare delle sanzioni amministrative piuttosto salate, dai 2.500 ai 25.000 euro. Saranno inoltre previste delle campagne di sensibilizzazione e maggiori agevolazioni per lo smaltimento dei rifiuti.
Tuttavia, i cambiamenti non saranno esattamente tempestivi. Esercenti e produttori avranno infatti la possibilità di usare le scorte esistenti fino al loro esaurimento a patto che riescano a provare l’effettiva immissione sul mercato in data antecedente rispetto al 14 gennaio 2022.
Fonte: greenstyle.it