Questa l’opinione di Giovanni Di Costanzo, AD di Bioitalia, realtà campana che da quasi 30 anni produce e commercializza cibo biologico in particolare salse, succhi, conserve e olio. La sua riflessione si concentra sull’export: “Anche nel resto d’Europa si avverte una contrazione, dovuta soprattutto all’inflazione, che è un problema non solo italiano, ma europeo, appunto, e non solo europeo. In America, in Canada per esempio, l’inflazione si aggira attorno al 10%; negli Stati Uniti, forse anche qualcosa in più, soprattutto se la si mette in relazione con i prodotti alimentari. Questo, di conseguenza, ha comportato una contrazione dei consumi che si registra ovunque”.
Per ciò che riguarda le esportazioni sui mercati esteri, la concorrenza arriva soprattutto dalla Spagna, in particolare nel settore dell’olio d’oliva. “Si tratta di un Paese che, dal punto di vista della produzione è molto più organizzato dell’Italia – sottolinea Giovanni Di Costanzo -. Il nostro Paese si caratterizza per un elevato numero di piccoli produttori; in Spagna la produzione di olio si concentra in pochi soggetti che, anche per questo motivo, riescono ad avere costi di produzione più bassi”.
In Italia, tuttavia, la qualità media è più elevata rispetto alla Spagna, ritiene l’AD di Bioitalia: “Anche in Spagna esistono delle eccellenze, ma se si guarda alla media, il nostro livello è più alto. Tuttavia, resta il fatto che non è detto che tutti siano disposti a pagare un prodotto di qualità il 10-15% se non addirittura il 20% in più. E questo è un elemento da non sottovalutare”.
L’altro prodotto su cui è forte la concorrenza con la Spagna è il pomodoro. Riferisce Di Costanzo: “Gli spagnoli, fino alla campagna scorsa, sono stati sempre molto molto aggressivi. Attualmente però stanno vivendo una fase di inversione di tendenza. La campagna commerciale 2023-2024 si aggira intorno ai 150 euro a tonnellata, contro i 103 dello scorso anno. Un incremento fortissimo, che gli agricoltori spagnoli hanno ottenuto e credo che gli agricoltori italiani seguiranno a ruota. Questo fatto colmerà il gap che oggi si avverte tra prodotto italiano e spagnolo. Il nostro prodotto dovrebbe uscirne favorito”.
Anche per Di Costanzo la politica italiana fino ad oggi non ha investito in modo forte sul biologico, come ricordava a GreenPlanet Andrea Bertoldi di Brio (vedi news). “Gli incentivi che sono stati offerti durante la pandemia avrebbero dovuto proseguire per dare la possibilità alle aziende che vogliono farlo di espandersi sui mercati. Lo Stato dovrebbe accompagnare di più le imprese in questo senso e le risorse dovrebbero essere destinate per gran parte alla promozione, non tanto delle singole aziende nei punti vendita, ma in generale dell’intero sistema biologico italiano”.
Per approfondire l’inchiesta, leggi le puntate precedenti: 1. Cosa ha lasciato il Biofach al settore? Parola a Monti, AD di Alce Nero 2. Come interpreta lo scenario attuale del bio Eberhöfer di VIP Val Venosta 3. Bertoldi (Brio): È ora che la politica ci metta la faccia"