Per sostenere il biologico italiano serve una completa armonizzazione delle norme. Lo sostiene Alessandro D’Elia, general manager di Suolo e Salute a margine dell’incontro organizzato da Assocertbio a Biofach. “Quando si fanno le leggi nazionali – afferma – bisogna sempre prestare attenzione a come gli altri Stati europei gestiscono i medesimi aspetti, per non creare sperequazioni tra i nostri agricoltori bio e quelli di altri Paesi UE. Se le nostre leggi sono più restrittive, si rischia di mantenere i produttori italiani un passo indietro agli altri, di far perdere loro delle opportunità. La nostra proposta è che ci sia una armonizzazione vera delle norme dei singoli Paesi, al là dei Regolamenti comunitari”.
Il biologico dà garanzie importanti, come confermano i dati derivanti dai report dell’ICQRF, Ispettorato Centrale Repressioni Frodi, ma ha bisogno di essere messo nelle condizione di lavorare con serenità. “Nell’attuale situazione di mercato – sostiene D’Elia – non si possono mettere ostacoli normativi eccessivi agli enti certificatori e alle aziende. Inasprire il quadro sanzionatorio non fa che allontanare soprattutto i piccoli agricoltori dalla produzione bio. E invece è proprio sul biologico che il nostro Paese dovrebbe puntare, perché non possiamo competere sui grandi numeri che riescono a fare altri Paesi europei”.
Ma non è solo l’aspetto normativo che deve cambiare. “C’è ancora troppa conflittualità tra i vari attori del sistema – conclude Alessandro D’Elia – e invece la difesa del biologico dovrebbe essere un obiettivo comune”.
Elena Consonni
Biofach 2024 – Norimberga