Certificate e commercializzate come produzioni bio, in realtà i raccolti di grano, favino e girasole, destinati ad aziende per la vendita all’ingrosso di alimenti e mangimi, erano cresciuti abbondanti anche grazie all’aiuto di fertilizzanti vietati. Per questo motivo sono finiti nei guai i responsabili di due aziende agricole marchigiane, del Comune di Tolentino e l’altra nel Comune di Loro Piceno.
L’attività investigativa, iniziata nel mese di gennaio e svolta dai militari della stazione Carabinieri Forestale di Abbadia di Fiastra, ha riguardato controlli in campo e riscontri documentali a carico delle due imprese in relazione alle annate agrarie 2019 e 2020.
Le produzioni agricole anno 2019 sono state commercializzate come “prodotti biologici”, per complessive 766 tonnellate, per un fatturato totale di 272.815 euro. Per la stessa annata inoltre le aziende hanno percepito, in violazione dei bandi di accesso ai finanziamenti europei per produzioni biologiche, e dunque in modo illecito, anche contributi per un totale di altri 86.151 euro. Per quanto riguarda la produzione agricola anno 2020, invece, l’intervento dei militari dell’Arma, ne ha impedito la vendita e commercializzazione come “prodotto biologico”.
A seguito dei rilievi dei militari, l’organo di controllo “Suolo e Salute srl” ha sospeso ad entrambe le due aziende la certificazione “biologica”.
Per tali condotte illecite sono stati deferiti tre soggetti, i rappresentanti legali delle due aziende agricole e il direttore tecnico dei lavori, contestando loro i reati di frode aggravata nell’esercizio del commercio e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.