Il Gruppo Davines, in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha assegnato i premi della prima edizione del The Good Farmer Award, un’iniziativa nata per sostenere giovani agricoltori under 35 che abbiano adottato pratiche ispirate ai principi dell’agroecologia e dell’agricoltura biologica rigenerativa. Marta Galimberti, alla guida dell’azienda agricola Cascina Bagaggera, e Filippo Laguzzi, co-fondatore di R.A.M. Radici a Moncalieri, sono stati i due vincitori di questa prima edizione, ricevendo ciascuno un premio di 10.000 euro destinato al miglioramento delle loro pratiche agricole.
I vincitori e le loro storie di innovazione e impegno
Marta Galimberti, classe ’92, guida Cascina Bagaggera, azienda agricola biologica situata nel Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone, in Brianza. Dal 2017, Marta ha lavorato per rendere l’azienda sostenibile, puntando su pratiche di agricoltura rigenerativa che includono l’uso di fertilizzanti organici, il minimo intervento sul suolo e la gestione responsabile delle risorse idriche. Cascina Bagaggera è anche una fattoria sociale, dove giovani con disabilità trovano opportunità di formazione e orientamento al lavoro. Con progetti come l’agrinido e un centro estivo, Marta investe nell’educazione delle nuove generazioni, dimostrando che l’agricoltura può essere una piattaforma per il cambiamento sociale.
Filippo Laguzzi, classe ’91, è uno dei fondatori di R.A.M. Radici a Moncalieri, alle porte di Torino. Nata nel 2017, l’azienda è un modello di sostenibilità, coltivando i suoi 20 ettari secondo i principi dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’economia circolare. Oltre alla produzione agricola, R.A.M. è anche agriturismo, fattoria sociale e centro di istruzione certificato. Filippo e i suoi soci lavorano per sensibilizzare il pubblico sui temi della sostenibilità e del consumo consapevole, con l’obiettivo di promuovere una vera coscienza ecologica.
Un premio che guarda al futuro dell’agricoltura
“Oggi aggiungiamo un tassello in più alla nostra strategia di collaborazione e di rafforzamento di una filiera che nell’industria cosmetica è molto importante, quella delle materie prime. E lo facciamo con l’aiuto dell’agricoltura organica rigenerativa che è una pratica di agricoltura che vuole e portare l’agricoltura da essere parte di un problema ambientale, ecologico, a parte di una soluzione.” ha dichiarato Davide Bollati, presidente del Gruppo Davines. “Stessa cosa che vuole fare l’industria cosmetica – ha proseguito – passare da essere parte del problema a parte delle soluzioni ambientali ed ecologiche per un mondo più sostenibile e sappiamo le sfide che stiamo vivendo in questi giorni, quindi cosmetica e agricoltura insieme per aumentare la salute dei due comparti”
Il premio si inserisce nel più ampio programma di sostenibilità di Davines, 2030: Davines Group Towards Planet Regeneration, che prevede di utilizzare entro il 2030 almeno l’80% di ingredienti derivanti da pratiche agricole rigenerative. Un ruolo cruciale è giocato dall’European Regenerative Organic Center (EROC), fondato nel 2021 in partnership con il Rodale Institute. Questo centro, il primo in Europa dedicato all’agricoltura biologica rigenerativa, ha ottenuto quest’anno la certificazione ROC – Regenerative Organic Certified®, standard che garantisce elevati requisiti di salute del suolo, benessere animale ed equità sociale.
La sfida del settore agricolo e il valore dell’agroecologia
Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e della giuria del premio, ha sottolineato l’importanza di accelerare la transizione ecologica nel settore agricolo: “L’agricoltura italiana è attesa da una sfida non semplice. Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici – nel 2023 alluvioni e prolungati periodi di siccità hanno determinato danni rilevanti per le maggiori produzioni nazionali – la perdita di fertilità dei suoli, l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime impongono una accelerazione nel percorso di transizione ecologica del settore. Bisogna ridurre l’utilizzo di modelli agricoli intensivi che determinano perdita di biodiversità, consumo eccessivo di risorse ed elevate emissioni di gas serra e aumentare il ricorso alle pratiche e ai principi dell’agroecologia. È il modo giusto per migliorare gli agroecosistemi, produrre cibo sano e di qualità e garantire la resilienza delle aziende agricole. Siamo contenti che il Gruppo Davines promuova responsabilmente questo nuovo modello di sviluppo e sostenga la crescita di una nuova generazioni di agricoltori. È un modello da seguire anche per le altre imprese”.
La Redazione