Dalla Sicilia all’Europa: l’uva biodinamica di Golden Grapes conquista il mercato

Dario Brucculeri

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Tra Castrofilippo e Naro, due comuni agricoli della provincia di Agrigento, si sviluppa un progetto agricolo che unisce biologico e biodinamico. È l’azienda agricola Golden Grapes, oggi guidata dall’agronomo Dario Brucculeri (nella foto). Con una storia familiare nata negli anni ’80, Golden Grapes è ormai un punto di riferimento nell’agricoltura sostenibile, soprattutto per la sua eccellenza nella produzione di uva da tavola biologica e biodinamica certificata Demeter.

Origini e continuità generazionale

L’avventura inizia alla fine degli anni ’70 con Luigi Brucculeri (il papà di Dario), che da agricoltore part-time (era il capo dei vigili urbani del suo paese) gestiva le terre di famiglia. Solo nel 1990 l’azienda prende corpo e sostanza. Negli iniziali sei ettari la coltivazione dell’uva da tavola veniva praticata con metodi tradizionali e convenzionali che nel comprensorio dell’uva da tavola agrigentino si traducevano in trattamenti fitoiatrici ripetuti e a calendario con problemi di elevati residui nei frutti. 

Il regime convenzionale viene ben presto superato. E prima che il metodo di coltivazione biologico venisse riconosciuto e codificato dalla UE, i Brucculeri nel 1992 lo adottando con convinzione. Il biologico nel giro di qualche anno – siamo nel 1997 – viene addirittura superato completando la transizione al biodinamico. Oggi l’azienda certificata da Demeter si estende su una quarantina di ettari, di cui oltre la metà destinata a uva da tavola. Nella resto della superficie aziendale si produce frutta di qualità: pesche, pere, ciliegie, prugne e albicocche.

L’innovazione dell’insacchettamento

In aggiunta alla certificazione biodinamica, ci sono altri due elementi distintivi dell’azienda. Il primo è la scelta di puntare sulle uve apirene, cosa abbastanza inusuale tra i produttori siciliani di uva da tavola. Il secondo è la tecnica dell’insacchettamento dei grappoli, sperimentata già a partire dal 1988 e che viene riservata alle cultivar più tardive – Italia e Red Globe in particolare – che sono particolarmente esposte ai danni provocati dalla tignola dell’uva e i cui grappoli, maturi in genere ai primi di settembre, possono essere mantenuti sulla pianta fino a novembre. 

Ogni grappolo viene inserito in un sacchetto di carta a partire dal mese di giugno. Per i sacchetti viene scelto un diverso spessore della carta a cui corrisponde una diversa permeabilità alla luce. I grappoli più esterni vengono protetti con quelli con carta più spessa; i più interni all’impianto con quelli più sottili. I sacchetti, poi, rimangono fino alla raccolta che avviene tra settembre e novembre.

Questa barriera fisica evita l’uso di agrofarmaci, ma è certamente costosa. Un operaio insacchetta circa venti piante al giorno, con un costo stimato di 0,15 €/kg. Un costo che trova, comunque, la sua ragione economica in due fattori: l’uva non richiede più trattamenti chimici e il prezzo di vendita è superiore.

Dario Brucculeri ha dedicato la sua tesi di laurea proprio a questa tecnica, che oggi è diventata identitaria per Golden Grapes. “L’insacchettamento – spiega – garantisce salubrità, protezione e migliori caratteristiche organolettiche rispetto a produzioni convenzionali”. Papà Luigi, che alla tecnica dell’insacchettamento ha dedicato gli anni delle prime sperimentazioni suggerite dai locali Servizi allo Sviluppo Agricolo regionali, ha un rammarico: “Peccato non essere mai riusciti a fare accettare ai consumatori l’idea di acquistare l’uva con tutto il sacchetto che l’ha protetto per mesi”.

Con semi o senza semi per un calendario ampio di raccolta

La gamma varietale coltivata in azienda è ampia e ben strutturata. Tra cultivar apirene e classiche varietà con semi, assicura un calendario di commercializzazione che va da giugno fino a novembre. “Quasi mai riusciamo a commercializzare uva fino alle festività di fine anno. La nostra uva – 6 mila quintali in media – viene smerciata prima”.

I mercati di riferimento per l’uva da tavola di Golden Grapes sono quelli europei più sensibili e consapevoli su cosa c’è dietro una certificazione biodinamica. Vanno forte in Europa e in Svizzera. In cima al gradimento il mercato tedesco e quello francese. L’interesse è limitato, invece, in Italia. I prezzi di vendita sono più che soddisfacenti: “Si va da 1,20 euro al chilogrammo fino ai 4 euro/Kg per le più precoci”, afferma l’imprenditore agrigentino. 

Nell’azienda Golden Grapes sono sì coltivate le classiche varietà con semi, Italia e Red Globe, ma molto si è puntato sulle varietà seedless e in particolare sulle cosidette cultivar “libere”, cioè fuori dalla logica di club e per cui non devono essere pagate royalties ai costitutori. Della superficie destinata ad uva da tavola, circa un terzo è destinata a varietà senza semi, in risposta alla crescente domanda nei mercati nord-europei.

L’azienda esporta circa il 90 % della produzione: il 43 % va in Francia, 38 % in Germania, 15 % in Svizzera e il restante 4 % tra Belgio e Paesi Bassi. I canali principali sono la GDO specializzata in bio e biodinamico, negozi del settore e catene svizzere dell’alimentare.

In particolare sotto serra viene coltivata la Pink Muscat (epoca di raccolta fine giugno-inizio luglio) e la Centennial (metà luglio). A fine luglio si raccolgono la Luisa (con semi morbidi), la Attica e la Mistery. Tutte e tre vengono protette da rete antigrandine che ha anche un effetto ombreggiante. Più tardi – a partire da metà agosto – si raccoglie l’Apulia (bacca nera) e la Regal (bianca) che, coperta con telo plastico, può essere mantenuta sulla pianta fino a fino a tutto settembre. “Dal prossimo anno – riferisce Dario Brucculeri – entreranno in produzione gli impianti di Autumn King, una cultivar (bianca apirena tardiva e commercializzabile anche a fine ottobre, e di Scarlett Royal (rossa) da raccogliere durante tutto il mese di settembre”. In entrambi i casi, questa volta, si tratta di cultivar soggette a royalties.

Pratiche agronomiche biodinamiche

Oltre all’insacchettamento dei grappoli, l’azienda applica rigorose pratiche biodinamiche finalizzate a mantenere e migliorare la salute dei suoli. In particolare viene praticato l’inerbimento, la trinciatura delle erbe spontanee e il loro interramento per arricchire il suolo di sostanza organica. Viene poi usato letame compostato, cornoletame e cornosilice, rame solo in caso di reale necessità e zolfo di miniera.

Prospettive future e sostenibilità

Il sogno dichiarato è quello di far giungere sulle tavole europee uva insacchettata direttamente, senza alcuna manipolazione dopo la raccolta. Per superare la diffidenza del consumatore, Golden Grapes ha sperimentato un packaging trasparente compostabile che consenta visibilità del frutto ma allo stesso tempo assicuri il rispetto ambientale. Ma anche questo pare che non abbia funzionato: il consumatore non ha risposto bene a questo tipo di confezionamento. Evidentemente anche l’occhio vuole la sua parte.

Angela Sciortino

Notizie da GreenPlanet

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