Trentamila tonnellate di kiwi, diecimila di mele, ottomila di frutta estiva. Un fatturato 2016 pari a 32 milioni di euro. Se questi sono i numeri del Gruppo Gullino di Saluzzo, essi non dicono di un tratto aziendale fondamentale: il rispetto e la valorizzazione del territorio, il crescente impegno nel biologico. La produzione di kiwi biologico è partita già nel 1999 e oggi rappresenta il 40% del totale.
Ora la sfida di Gullino è la produzione di mele biologiche. Il 50 per cento della produzione melicola dell’azienda piemontese è in conversione su terreni pedemontani della provincia di Cuneo tra i 500 e i 600 metri di altezza e oltre. Le prime mele bio di Gullino saranno sul mercato nella campagna 2017-18. ‘Il nostro obiettivo – ha dichiarato il direttore generale Giovanni Gullino durante la fiera Fruit Logistica di Berlino – è di raddoppiare la produzione di mele, portandola a 20 mila tonnellate, sia incrementando la produzione diretta ma anche coinvolgendo nel nostro progetto bio altri produttori piemontesi’.
Con il biologico il Gruppo Gullino intende avere più peso nel mercato italiano che oggi conta solo per il 5% del volume d’affari. Gullino infatti vive sulle esportazioni, principalmente nel Regno Unito, in Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti e Canada. A maggio il progetto mele bio di Gullino sarà illustrato a Rimini in occasione di Macfrut e si conosceranno le varietà su cui il gruppo piemontese intende puntare. Sarà lanciata una varietà bio e una varietà convenzionale, anche quest’ultima resistente per assicurare un basso impatto ambientale. Dati gli ottimi risultati forniti dalle Gala in Piemonte, non si esclude che Gullino punti su nuovi cloni di questa varietà. (a.f.)