Da New York gli oggetti che si mangiano

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Victor Vetterlein, designer di New York, ha inventato ‘Bite Me Lamp’, la lampada che si morde. Si tratta di una lampada da scrivania, la cui vera novità, che certamente coinvolge anche il design, è nei materiali di cui è costituita. La lampada è prodotta con materiali vegetali e di agar-agar, un materiale gelificante estratto dalle alghe. La lampada ‘Bite Me’ è disponibile in quattro colori e in quattro differenti sapori: arancio, mirtillo, ciliegia e mela.

Infatti dopo un adeguato trattamento di lavaggio in acqua, la lampada diventa commestibile, acquisendo la consistenza di un chewing-gum da masticare. E’ un perfetto esempio – dicono gli esperti – di design naturale e anche multi-funzionale, perchè oltre ad illuminare l’ambiente, la lampada può anche soddisfare le richieste dell’appetito, anche se in un modo eterodosso e non proprio in linea con le grandi tendenze del mangiare sano.

Ma se questo design organico prendesse corpo, allora potrebbe offrire alternative davvero interessanti, oltre che succulenti. Se gli oggetti diventano cibo, mangiare gli oggetti è qualcosa che, almeno concettualmente, demolisce quel feticismo consumistico dell’oggetto fine a se stesso, posato come un soprammobile sull’altare della vita quotidiana e perciò venerato come un totem.

Le cose servono, si usano e quando non servono e non si usano più, si gettano via. O si mangiano! Forse è una strada limitata a pochi casi, è comunque una strada nuova e originale. Pensiamo a certi rifiuti: essi sparirebbero nel nostro stomaco per diventare materiale organico. 

 

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