Le piante medicinali di uso corrente provocano pochissimi o nessun effetto indesiderato e questo rappresenta, certamente, uno dei loro principali vantaggi. Tuttavia è necessario ricordare che tutto ciò che è ‘naturale’ non sempre è anche inoffensivo. Certe piante sono assolutamente tossiche e altre possono essere nocive in interazioni con altre piante, con medicinali e con supplementi alimentari.
La maggior parte delle monografie delle piante medicinali indicano, se vi sono, le potenziali interazioni negative di ogni pianta esaminata. Per quanto riguarda l’acquisto dei prodotti, poiché non esistono ancora norme uniformi e considerata la proliferazione di prodotti in concorrenza tra loro, non è facile fare una scelta chiara.
Un buon modo per garantirsi della qualità del prodotto acquistato è quello di scegliere una preparazione contenente una certa percentuale di estratto standardizzato (questo garantisce un preciso tenore di uno o più principi attivi della pianta), preferire i prodotti nella cui etichetta è specificato che sono stati fabbricati secondo la Buona Prassi di Fabbricazione (BPF) e verificare la data di preparazione e scadenza.
Ma cos’è la Fitoterapia?
La parola fitoterapia deriva da due parole greche che sostanzialmente vogliono dire: ‘curare con le piante’. Si tratta di una pratica millenaria basata su un sapere empirico (cioè fondato su dati dell’esperienza) trasmesso e arricchito nel corso di innumerevoli generazioni. Al giorno d’oggi, la fitoterapia pone le proprie basi sia su questa saggezza tradizionale che sulle scoperte della moderna medicina.
Tra gli operatori del settore fitoterapico si distinguono due impostazioni. Una mette l’accento soprattutto sulle conoscenze empiriche delle piante e sui loro effetti riconosciuti sin dalla notte dei tempi. Questa impostazione, preannuncia un approccio olistico, s’interessa cioè degli effetti delle piante sulla globalità dell’individuo. L’altra, invece, basa la propria attività sulle conoscenze biochimiche e pone l’attenzione soprattutto sui sintomi delle malattie e sull’azione dei principi attivi delle piante. L’erboristeria tradizionale è orientata verso la scuola empirica mentre la fitoterapia è orientata verso la scuola scientifica, ma questa distinzione tende a ridursi sempre più; tradizione e chimica si giovano, oggi, l’una dell’altra.
L’utilizzazione delle piante medicinali è ancora oggi la forma di medicina più diffusa nel mondo, nonostante che, verso la fine del XIX secolo, essa abbia conosciuto, in Occidente, un rapido declino per l’avvento della medicina scientifica e l’apparizione dei moderni medicamenti (aspirina, antibiotici, cortisone, ecc.). Ma, dopo gli anni ‘70, soprattutto a causa degli effetti indesiderati dei medicinali di sintesi, la gente è tornata di nuovo ad utilizzare le piante medicinali. La loro grandissima popolarità ha indotto gli scienziati a intraprendere nuove ricerche. Per esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Comunità Europea (UE) hanno creato delle Commissioni incaricate di recensire gli usi tradizionali delle piante medicinali, di verificare sul piano scientifico la loro effi- cacia e di cercare di comprendere meglio i loro meccanismi d’azione.
E’ assolutamente innegabile che le piante medicinali hanno degli effetti curativi e preventivi su un gran numero di malattie ed affezioni. E’ sufficiente consultare le monografie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO Monographs on selected medicinal plants Voll. I-II-III) o le monografie della European Scientific Cooperative on Phytoterapy (ESCOP) o le monografie tedesche della Commissione E del Ministero della Sanità della Germania, per rendersi conto della imponente mole di indagini scientifiche che convalidano l’efficacia e la sicurezza di numerose piante medicinali. Un caro saluto.
Gerardo D’Acunto
biologo, specializzato in Scienza e Tecnica delle Piante Medicinali