A dispetto della crisi, il biologico continua a crescere costantemente in termini di consumi e fatturato. Ma proprio per questo suo appeal, diventa sempre più spesso bersaglio di frodi e sofisticazioni.
Ecco perché operazioni come quella della Guardia di finanza di Pesaro e dall’Ispettorato Repressione Frodi del ministero delle Politiche agricole sono importanti. Ora più che mai è necessario mantenere alta l’attenzione sul settore, intensificando i controlli soprattutto sui prodotti importati da Paesi terzi non in equivalenza.
Lo afferma la CIA – Confederazione italiana agricoltori, che plaude al maxi-sequestro di stamattina, 11 aprile, che ha portato alla confisca di 1.500 tonnellate di soia, mais e grano tenero ucraino falsamente certificati come bio ma ad alto contenuto di Ogm e di 30 tonnellate di soia provenienti dall’India e contaminate con pesticidi.
Nel nostro Paese la spesa per il bio è aumentata nel 2012 del 7,3 per cento, mettendo a segno il settimo aumento tendenziale consecutivo – sottolinea la CIA – e oggi il 75 per cento degli italiani dichiara di acquistare prodotti biologici almeno una volta al mese.
Alimentando così un business che in Italia vale circa 3 miliardi di euro, ma che a livello mondiale ha raggiunto la quota di 55 miliardi di dollari l’anno. Ma proprio perché si tratta di un mercato in continua espansione, il settore del biologico ha iniziato a fare gola alle mafie e ai ‘professionisti della truffa agroalimentare’, pronti a falsificare carte e certificati pur di accaparrarsene una fetta. Per questo, oggi bisogna lavorare sulle regole e prevedere misure di controllo dei mercati.
Da parte sua, Alessandro Triantafyllidis, presidente di AIAB, ha commentato:
‘Questa frode alimentare ha messo in luce le ormai note debolezze del settore, su cui è necessario intervenire al più presto: la scarsa efficacia degli Organismi di Controllo sul fronte delle importazioni e la mancata vigilanza alle frontiere da parte dell’Unione Europea sui prodotti importati da Paesi extra Ue, riconosciuti in equivalenza con le regole europee. Problematiche che devono spingerci sempre più a sviluppare filiere nazionali interamente bio per supportare i nostri agricoltori e garantire ai cittadini prodotti biologici sicuri’.
‘Alla luce di quanto è emerso con questa frode alimentare – ha aggiunto Triantafyllidis – è ormai sempre più evidente la necessità di una riforma del sistema di controllo, di una maggiore vigilanza da parte del Ministero e un impegno da parte dell’Unione Europea nel sorvegliare, efficacemente, le frontiere extra-UE. Nel caso vengano evidenziate ditte e persone già coinvolte in altre frodi non deve essere più data loro la possibilità di operare in questo settore. Diventa assoluta priorità del nostro Paese, nell’ambito dei negoziati PAC, garantire risorse e strumenti per realizzare filiere cerealicole nazionali biologiche e promuovere un piano nazionale per la produzione di proteine vegetali, come la soia, a supporto di filiere OGM free, con indicazione prioritaria, volta al settore biologico nel quadro di un’emancipazione progressiva dal ricorso a mangimi proteici di importazione’.