Dopo quattro anni di crisi senza eguali nel resto d’Europa, il settore biologico francese torna a mostrare segnali di vitalità (vedi news). La domanda dei consumatori è di nuovo in crescita, in linea con le tendenze osservate in altri Paesi europei.
Attualmente, l’agricoltura biologica rappresenta il 10% delle superfici coltivate in Francia, una quota che il Governo punta a raddoppiare nei prossimi cinque anni. In passato, generosi incentivi pubblici avevano favorito conversioni rapide verso produzioni che non trovavano sbocchi di mercato, come nel caso delle erbe aromatiche nel sud del Paese.
A partire dal 2021, una combinazione di inflazione, rincari energetici e scarsa disponibilità della grande distribuzione ha fatto precipitare il settore in una grave crisi, con un forte calo dei consumi.
Un mercato di nuovo in crescita
Oggi la situazione sembra ribaltarsi: la domanda di prodotti bio torna a salire. Nei primi mesi del 2025, le vendite sono cresciute del 4,1%, secondo l’ente pubblico Agence Bio. Il rimbalzo è particolarmente marcato nei negozi specializzati: dopo due anni di crescita, Biocoop – leader del settore – prevede l’apertura di 160 nuovi punti vendita nei prossimi quattro anni, come riporta Le Monde.
Anche i produttori vedono migliorare le prospettive. “I prezzi riconosciuti ai produttori stanno aumentando: significa che la domanda c’è”, osserva Corentin Cnudde, consulente in una rete di agricoltori bio del nord della Francia. Il grano biologico supera oggi i 400 euro a tonnellata, più del doppio del prezzo del grano convenzionale.
La ripresa della domanda ha persino provocato alcune carenze: Cnudde segnala deficit nell’offerta di segale e lenticchie nere. Anche le uova bio seguono la stessa dinamica, con gli acquisti in aumento del 7% e una produzione in calo del 4%.
A sostenere il rimbalzo contribuiscono vari fattori: la moderazione dell’inflazione, le campagne di sensibilizzazione e il crescente dibattito pubblico sull’uso dei pesticidi.
L’Europa accelera
In altri Paesi europei la crescita è ancora più marcata. La Germania guida l’espansione del mercato con un aumento delle vendite del 5,7% nel 2024, destinato a rafforzarsi nel 2025 secondo FiBL. L’Italia registra un +4,5%, la Danimarca un +3%. Pur avendo conosciuto periodi di stagnazione, nessun Paese ha vissuto una crisi paragonabile a quella francese.
Stabilizzare il futuro del bio
Dopo anni così difficili, gli agricoltori francesi chiedono strumenti per rendere più stabile il settore. Cnudde invoca contratti pluriennali – ancora poco diffusi – per proteggersi dalle oscillazioni del mercato: “Possiamo restare spettatori della volatilità oppure imparare da essa”. Accordi a lungo termine, sostiene, sono necessari per dare ai produttori la visibilità utile a investire e adattarsi agli effetti sempre più rapidi del cambiamento climatico.
Le sfide, però, restano significative. Le nuove conversioni al biologico sono poche, mentre sempre più agricoltori tornano al convenzionale. Nel 2025, per la prima volta, i ritorni all’agricoltura tradizionale supereranno le nuove adesioni al bio. A livello UE, la situazione è più incoraggiante: nel 2023 i produttori biologici sono aumentati dell’1,8%.
Fonte: EURACTIV













