Crescita del 20% in Spagna. Il ‘caso’ Querida Carmen

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Il biologico sembra essere uno dei rari mercati al riparo dalla crisi spagnola. Mentre i prezzi e le vendite nell’insieme del settore alimentare si abbassano, il giro d’affari degli alimenti biologici è aumentato del 20% nel 2011 e continuerà ad aumentare con lo stesso ritmo nel 2012. Che in Spagna il settore alimentare del biologico goda di un sensibile dinamismo, lo si è appreso dagli organizzatori del salone BioCultura che si tiene ogni anno a Barcellona (l’edizione 2012 si è svolta dal 3 al 6 maggio). L’aumento delle superfici coltivate a bio in Spagna non è altro che la conseguenza di una migliore organizzazione della filiera. Molte le ioniziative in atto.

Diverse centinaia di produttori spagnoli di ortofrutta sono raggruppati sul sito di commercializzazione diretta ‘directodelcampo.com’, che presenta un’offerta di paniere completo in funzione delle stagioni. Questa vendita ha una dimensione internazionale, confermando che la fetta più importante del giro d’affari globale della produzione alimentare biologica si realizza sempre al di fuori delle frontiere spagnole: le esportazioni rappresentano il 57% del volume delle vendite.

Il marchio Querida Carmen di una giovane impresa di Huesca (Aragon) ha già ottenuto la sua fetta di torta in questo mercato e conserva un ‘appetito’ promettente: esporta la sua offerta di conserve ‘bio’ già in 13 paesi, dalla Cina a Panama passando per la Finlandia. Ana Guash, una delle fondatrici della società, è felice di aver vinto una scommessa che sembrava rischiosa: ‘Fin dall’inizio, la nostra posizione è stata molto ecologica, proponevamo dei prodotti semi-cucinati senza conservanti né coloranti, cosa che rappresentò un’innovazione sul mercato spagnolo’. Il suo credo è ‘difendendo questa identità biologica vogliamo arricchire la cucina mediterranea nel mondo’.

Nella penisola iberica, Querida Carmen si appoggia sulla rete di supermercati Veritas, leader tra i negozi specializzati nell’alimentazione biologica in Spagna. Veritas raggruppa 25 punti vendita, per la maggior parte situati in Catalogna, dove l’insegna è nata. Per il direttore generale della catena, Silvio Elìas, le possibilità di crescita sono importanti: ‘I consumatori spagnoli sono sempre più preoccupati di avere un’alimentazione che sia sana e nel contempo economica; noi abbiamo avuto il merito di essere stati tra i primi a rispondere a questa esigenza con i nostri prodotti certificati bio che non si trovavano altrove, come quelli destinati ai bambini’.

Uno dei grandi vantaggi di questo settore resta il potenziale sviluppo della rete della distribuzione specializzata, che già attualmente in Spagna conta 4000 punti vendita che assicurano il 60% della distribuzione dei prodotti alimentari biologici. Il restante 40% corrisponde alle vendite nei supermercati più generici, cioè nella grande distribuzione che integra sempre più prodotti biologici all’interno della sua offerta.

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