COP30 di Belém: la “COP della verità” tra assenze pesanti e urgenze climatiche

Amazonia

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Sui tavoli della Conferenza sul clima di Belém, in Brasile, si discutono in questi giorni dossier che non parlano solo di ambiente, ma anche di povertà, migrazioni e insicurezza alimentare.
Temperature in aumento, ghiacciai che si sciolgono, siccità, eventi estremi e perdita di biodiversità non sono più solo questioni ambientali: stanno alimentando crisi sociali ed economiche globali che colpiscono soprattutto le popolazioni più fragili.

I segnali non incoraggiano

A dieci anni dall’Accordo di Parigi, l’obiettivo di contenere la crescita della temperatura entro i 2 gradi sembra ancora lontano. Come riporta un’analisi dell’ISPI, “i maggiori inquinatori disertano il vertice e l’urgenza della crisi climatica si scontra con l’inerzia della politica”.
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha definito questa COP30 “la COP della verità”: il fatto che si svolga alle porte dell’Amazzonia è di per sé un monito, ma le premesse non sono rassicuranti.

Assenze che pesano

Meno di sessanta i capi di Stato presenti, ancora meno rispetto alla COP29 di Baku. Mancano gli Stati Uniti, l’India e la Cina — i tre Paesi responsabili di quasi il 50% delle emissioni globali. Washington, guidata da Trump, non ha inviato rappresentanti di alto livello; Cina, Russia e India partecipano solo con delegazioni tecniche.

I tentennamenti dell’Europa

Anche l’Unione Europea mostra una certa flessibilità: pur confermando l’obiettivo di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, allenta però i meccanismi legislativi, rendendo meno efficaci le politiche climatiche. A pesare, come ricorda ISPI, sono i costi del riarmo e le risorse sottratte alla transizione verde.

L’allarme del CESVI

L’ONG italiana richiama l’attenzione sul legame tra crisi climatica e fame nel mondo: nel 2024, siccità e inondazioni hanno messo in difficoltà oltre 96 milioni di persone in 18 Paesi, più del triplo rispetto al 2018.
Gli eventi climatici estremi sono oggi la seconda causa di malnutrizione dopo i conflitti. Tra le aree più colpite il Corno d’Africa, dove la siccità interessa il 45% delle famiglie, e il Pakistan, dove il 40% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione.

La cooperazione italiana in azione

A rappresentare l’Italia sono i ministri Antonio Tajani e Gilberto Pichetto Fratin.
Nel padiglione italiano si presentano progetti di cooperazione in Africa, come il sistema di allerta precoce AMHEWAS e il programma Ready2Act in Mozambico, che integrano dati di rischio e pianificazione urbana per prevenire alluvioni e disastri.
Si è parlato anche di rigenerazione delle acque con il progetto Aral Lake Follow-up e Amazonia+, iniziativa dedicata alla governance forestale e alla tutela delle comunità indigene e della biodiversità.

Una COP della verità, ma anche della responsabilità

Tra assenze eccellenti e progetti concreti, la COP30 di Belém mette al centro un messaggio chiaro: la crisi climatica non è solo ambientale, ma umana. E ogni ritardo nel fronteggiarla ha un prezzo sempre più alto — per la terra, per il cibo e per le persone.

La Redazione

Notizie da GreenPlanet

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