Condifresco, co-branding con Nerofermento per il lancio dello scalogno nero bio

Scalogno nero bio

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Con una crescita del fatturato Bio che nei mesi estivi sfiora il 50% (soprattutto in export) e lo sviluppo di una linea a ‘Residuo Zero’, Condifresco, azienda con sede a Verona nonché braccio italiano della francese Les Produits du Soleil, punta al raddoppio del fatturato nei prossimi dieci anni, da 10 a 20 milioni di euro. Intanto, si prepara a lanciare la seconda referenza a marchio ‘Nerofermento-Condichef’, in co-branding con la start-up Nerofermento, con una inedita versione ‘nera’, perché fermentata, dello scalogno bio. Sarà in arrivo sugli scaffali tra sei mesi. Ne parliamo con Salvatore Donato, responsabile commerciale del settore biologico (e in parte anche del convenzionale), arrivato in Condifresco quattro anni fa, proprio per sviluppare il ramo Bio destinato, insieme alla linea ‘Residuo Zero’, a creare ulteriore valore aggiunto sui prodotti core business dell’azienda come aglio, cipolle e scalogno, molti dei quali sono etichettati con denominazioni di origine e rappresentano specialità del made in Italy molto apprezzate nei mercati di export.

“Quattro anni fa abbiamo iniziato a sviluppare in maniera importante, le nostre produzioni Bio – afferma Donato – siamo partiti con 5 ettari ed ora ne abbiamo 29 con una crescita delle superfici del 10-15% l’anno. Dal luglio 2020, abbiamo lanciato anche una linea a ‘Residuo Zero’ che per il momento coltiviamo su una superficie limitata di 12 ettari che pure è in espansione. Rimane stabile a 70 ettari la superficie coltivata in maniera convenzionale”.

Per entrambe le linee certificate, Condifresco punta ad una crescita delle superfici del 60% entro il 2025 anche in funzione di sviluppare valore aggiunto sui mercati di export di riferimento. Percentuali che, oggi, in Italia sono impensabili per prodotti che sono considerati commodities.

“Nove mesi fa abbiamo creato una OP con 15 produttori e impianti produttivi a campo aperto tra Campania Abruzzo e Puglia – dice Donato – proprio per ufficializzare ai nostri fornitori, i principali player della GDO estera e, in parte anche italiana, che siamo produttori di aglio di cui controlliamo l’intera filiera. Il made in Italy, anche su questo genere di prodotti agricoli ‘basici’ è molto apprezzato. Per distinguerlo ulteriormente, abbiamo lavorato molto, negli ultimi otto anni, sui packaging arrivando a proporre le nostre referenze in confezioni di carta e, persino, compostabili, come nel caso della linea di co-branding ‘Nerofermento-Condichef”.

Con questo marchio è stata lanciata tre anni fa la referenza di aglio nero (in confezioni compostabili termosaldate da 30 e 50g) e, nella stessa linea, tra sei mesi sta per debuttare anche lo scalogno nero sia come prodotto unico – in confezioni snacking da 20g non compostabili e in confezioni compostabili da 30 e 50 grammi destinate al reparto fresco – che in versione ‘duetto’ con l’aglio nero.

“Dopo alcuni test effettuati – precisa Donato – abbiamo scoperto che lo scalogno, grazie alla fermentazione in cella diventa nero, perde il tipico sapore cipollino e, al palato, somiglia molto alla liquirizia”.

Degli attuali 10 milioni di fatturato, il 70% viene realizzato all’estero ed, in particolare, nei canali retail della Repubblica Ceca, Germania, Austria,  Polonia e, in parte, in Francia dove l’azienda impiantatasi a Verona nel 2009, ha la casa madre.

“Le linee Bio e ‘Residuo Zero’ – chiosa Donato – ci permettono di creare ulteriore valore aggiunto su un prodotto che già si colloca su un segmento di prezzo premium. Valore che, in termini percentuali è, rispettivamente, del 20 e 30% in più. Sono cifre che ancora non vengono riconosciute dalla GDO italiana dove si fa più fatica per la forte competizione anche estera e l’imprintg del prezzo che i buyer domestici danno per questi prodotti considerati delle commodities. Solo negli ultimi mesi, si stanno iniziando ad apprezzare le nostre confezioni di carta anche questa 100% italiana”.

Tra le eccellenze made in Italy commercializzate da Condifresco, ci sono la cipolla ramata di Montoro IGP, l’aglio rosso di Sulmona, la cipolla di Cannara, la Borettana, l’aglio bianco polesano Dop, l’aglio rosso di Nubia, la cipolla rossa di Acquaviva, la cipolla dolce Giarratana, la cipolla di Margherita di Savoia.

Mariangela Latella 

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