I produttori e le produttrici bio e le imprenditrici del settore vogliono essere al centro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo il messaggio lanciato dalle due associazioni di CIA-Agricoltori Italiani, Anabio e Donne in Campo, nel corso delle audizioni sul Recovery Plan che si sono tenute ieri lunedì 1 febbraio in Commissione Agricoltura alla Camera.
“Le due missioni del PNRR su cui punta l’agricoltura biologica italiana per svilupparsi ulteriormente sono ricerca e digitalizzazione – ha dichiarato il direttore di Anabio-Cia, Antonio Sposicchi-. Auspichiamo che finalmente vengano attribuite alle attività di ricerca in materia risorse adeguate, visto che ad oggi è stato dedicato solo lo 0,5% dei fondi. Attraverso la ricerca sul bio può crescere anche l’agricoltura tradizionale, permettendo all’intera filiera di centrare gli obiettivi del Green Deal UE, come la riduzione dei fitofarmaci”. Altrettanto importante, secondo Anabio, investire sul digitale per “annullare il cronico digital divide delle aree rurali; realizzare processi di semplificazione delle procedure a beneficio della trasparenza delle produzioni; accedere alle reti di logistica e commercio online”.
Per Donne in Campo-CIA, invece, sebbene siano positive le misure trasversali del PNRR sulla parità di genere, “è urgente un maggiore impulso, con progetti e risorse, proprio sui settori con alta percentuale di occupazione femminile come l’agricoltura”. Chiesti, in particolare, investimenti mirati al miglioramento dei servizi sociali nelle aree interne, dagli ospedali ai presidi territoriali sociosanitari, dagli asili al sostegno ai disabili, fino alla banda larga diffusa. Interventi in grado di agevolare lo sviluppo imprenditoriale femminile, supportando il mondo delle donne, soprattutto delle comunità rurali, nell’assistenza a minori, anziani e disabili “attraverso attività multifunzionali come gli agri-nidi, le fattorie sociali e didattiche”, ha spiegato la presidente Pina Terenzi.
Ma la centralità delle donne nella ripresa in chiave sostenibile e innovativa passa anche per il contributo attivo delle imprenditrici agricole nella lotta ai cambiamenti climatici, nella riforestazione e nel ripristino della biodiversità, nella produzione di piante per l’industria farmaceutica ed erboristica, nella cura del paesaggio come nel recupero dei territori degradati, in linea con le strategia Farm to Fork e Biodiversity del Next Generation EU. “Il PNRR rappresenta una grande opportunità – ha aggiunto Terenzi- anche per sostenere, finalmente, progetti di ricerca sulla filiera tessile sostenibile, per la produzione, quindi, di fibre vegetali destinate ai tessuti e di piante tintorie per la colorazione naturale. Le risorse del Recovery Plan diano linfa alla ricostruzione di quel primo anello della catena della moda Made in Italy che ha dimostrato grandi potenzialità, sin dal lancio del progetto sugli Agritessuti di Donne in Campo-CIA”.
Infine, nuova audizione sul PNRR anche in Commissione Bilancio della Camera. “Nell’ottica di un’agricoltura più digitale, sostenibile e inclusiva – ha ribadito il responsabile Affari istituzionali e relazioni esterne di CIA Massimo Fiorio – è necessario investire risorse per favorire un reale turn-over tecnologico, per permettere alle aziende di sostenere le sfide green restando competitivi, oltre a riconoscere finalmente la centralità delle aree rurali, con una vera equità territoriale rispetto alle aree urbane, adeguando i servizi socio-sanitari e sviluppando le infrastrutture viarie e informatiche”.