Alcuni militanti di Greenpeace hanno dispiegato un gigantesco striscione davanti all’ingresso della sede del gruppo tedesco Bayer a Colonia, il 26 aprile, mentre era in corso l’assemblea generale, accusando la Bayer di far strage di api con la produzione di pesticidi.
Sullo striscione si leggeva: ‘I pesticidi Bayer uccidono le api’. Stessa incursione era stata effettuata da Greenpeace una settimana prima alla sede della svizzera Syngenta. Le neonicotinoidi incriminate (clothianidine, imidacloridi e tiamethoxame) sono presenti infatti nei pesticidi prodotti da Bayer e Syngenta.
Qualche giorno dopo l’azione di Greenpeace a Colonia, il 29 aprile, la maggioranza dei Paesi UE ha votato a favore della proposta della Commissione Europea per il bando temporaneo di tre pesticidi riconosciuti a livello scientifico come altamente nocivi per la salute delle api.
Si tratta di Imidacloprid e Clothianidin prodotti dalla Bayer e del Thiamethoxam di Syngenta. ‘Quel voto ci dice chiaramente che esiste una forte determinazione a livello scientifico, politico e civile a sostenere il bando.
Adesso la Commissione deve fermare immediatamente l’uso di questi pesticidi, il primo passo per proteggere colture ed ecosistemi. Qualunque tentennamento significherebbe cedere di fronte alle pressioni di giganti come Bayer e Syngenta’ afferma Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia.
Imidacloprid, Clothianidin e Thiamethoxam appartengono al gruppo dei neonicotinoidi, pesticidi che, generalmente, vengono utilizzati per la concia delle sementi.
In Italia, l’utilizzo di questi tre prodotti per il trattamento dei semi è già sospeso dal 2008, ma continuano a essere diffusi in ambiente anche nel nostro Paese sotto forma granulare per la disinfestazione dei suoli e come spray per i trattamenti fogliari.
Come specificato nei pareri dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) pubblicati all’inizio di quest’anno (gli stessi che hanno dato il via alla proposta di bando della Commissione Europea), i neonicotinoidi rappresentano un ‘rischio acuto’ per le api.
Studi scientifici hanno inoltre confermato che esiste un rapporto diretto tra l’uso di neonicotinoidi, anche a basse dosi, e la diminuzione delle difese immunitarie delle api, danni al sistema neurologico e fisiologico, e alterazioni nei modelli comportamentali legati alla ricerca di cibo dunque alla sopravvivenza.
Anche l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha recentemente diffuso un rapporto sui pesticidi che ci mette in guardia sui pericoli che corriamo se continueremo a ignorare il problema. Greenpeace sostiene che Syngenta e Bayer stanno portando avanti una dura campagna di pressione nel tentativo di ritardare il bando dei neonicotinoidi, fingendo di non sapere o ignorando consapevolmente i dati scientifici sulla tossicità di questi pesticidi. Imidacloprid, Clothianidin e Thiamethoxam non sarebbero gli unici prodotti a minacciare la sopravvivenza delle api e degli altri insetti impollinatori. Nel rapporto di Greenpeace ‘Api in declino’, oltre ai tre neonicotinoidi, vengono individuati altri quattro pesticidi killer delle api, prodotti da Syngenta, Bayer, BASF e altre aziende.
Con la campagna SalviamoLeApi, Greenpeace chiede la rimozione di questi pesticidi dal mercato: il primo e indispensabile passo verso un’agricoltura sostenibile.
“Il declino delle api è uno degli effetti più visibili e inequivocabili del fallimento dell’agricoltura di stampo industriale, che inquina l’ambiente e distrugge i migliori alleati degli agricoltori, gli insetti impollinatori. È ora di smettere di incentivare pratiche agricole intensive basate sull’uso della chimica, per investire, invece, nello sviluppo di un’agricoltura di stampo ecologico e sostenibile sul lungo periodo”, conclude Ferrario.
Anche il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e quello dell’associazione degli apicoltori UNAAPI Francesco Panella hanno commentato la notizia diffusa da Bruxelles. ‘Salutiamo positivamente la notizia dell’esito della votazione del comitato Ue sulla moratoria di due anni su tre tipi di pesticidi dannosi per molti insetti e in particolare per le api.
Nonostante l’Italia sia tra i paesi che hanno votato contro questa decisione, per motivi legati alla maggiore regolamentazione dell’uso di queste molecole, stimiamo positivamente il fatto che il voto a favore espresso dalla maggioranza dei paesi membri corrisponda all’opinione più diffusa tra i cittadini e gli operatori del settore europei’.