Appena nato in Calabria un progetto sulla produzione di avocado Bio che punta tutto anche su un brand regionale che si chiama ‘Calabria Avocado’. Ruota intorno all’omonima cooperativa costituita nei primi mesi del 2021 per opera di cinque aziende agricole fondatrici.
Grazie alla crescente domanda di avocado sul mercato (a maggior ragione se italiano e Bio), si stima che almeno per i prossimi dieci anni questo frutto tropicale, coltivato nel Mezzogiorno d’Italia, possa garantire margini che non trovano nessun termine di paragone rispetto alle colture tradizionali locali, quali ad esempio gli agrumi.
“Si tratta di un progetto di innovazione – ci spiega Roberta Canino (nella foto), dell’omonima azienda agricola, una delle fondatrici della Cooperativa ‘Calabria avocado’ nonché presidente delle sedi di Copagri di Catanzaro e Vibo Valentia – che punta molto sull’aggregazione. Fino ad ora, la cooperativa ha in produzione circa 22 ettari. Ma stiamo crescendo a ritmi considerevoli. Basti pensare che il numero di piante, nell’ultimo anno è passato da 3mila a 6mila”.
Gli investimenti, in base a quale tipo di coltura si va a riconvertire, soprattutto agrumeti che perdono progressivamente terreno commerciale, variano dai 10mila ai 25mila euro per ettaro e l’ammortamento è stimato, considerata la redditività, già dal sesto o settimo anno con piante che iniziano a produrre al secondo anno per arrivare a regime al quinto.
“Abbiamo già in corso la domanda di certificazione Biologica – precisa Canino – perché puntiamo ad avere non solo un prodotto Calabrese ma anche Biologico. Stiamo testando in varie zone della Regione, quali Vibo, Reggio Calabria, Squillace Lido, Delianuova, Rosarno e Sellia Marina. Guardiamo con molto interesse anche alla zona della Sibaritide. Per questo tipo di coltura, oltre ad una buona gestione dell’acqua serve anche che i terreni siano sabbiosi, come quelli degli agrumeti”.
Il progetto, partito con il sostegno di Copagri, è finanziato da un bando PSR Calabria 14/20 uscito lo scorso agosto, a cui la cooperativa ha partecipato con l’intento di introdurre, dopo una fase di test, diverse produzioni esotiche. Non solo l’avocado ma anche il mango, l’anone (che è tipico della Calabria) o il kiwi sia verde che giallo.
“Stiamo lavorando anche sull’impatto idrico – afferma Canino – applicando strumenti dell’Agricoltura 4.0 quali l’uso di centraline o di misuratori dell’umidità sulle nostre colture, tutte a campo aperto, di modo da ottimizzare e razionalizzare l’uso della risorsa idrica. Sarebbe in ogni caso opportuno che l’Europa rivedesse la propria politica sulle sanatorie delle concessioni per l’uso dell’acqua dei pozzi che, attualmente, è aggiornata al 2007”.
Il progetto ‘Calabria avocado’, testa diverse varietà di questo frutto esotico, come la Hass o la Bacon, di modo da avere una stagionalità di prodotto Bio made in Italy che possa estendersi da fine ottobre a maggio.
“Al momento il nostro principale canale di distribuzione sono i GAS, Gruppi di acquisto solidale, ma nel futuro siamo aperti ad altri canali distributivi come l’e-commerce. Mentre il sogno nel cassetto è quello di entrare nello snacking con la produzione di una salsa guacamole di V Gamma di qualità premium , considerato che tutti i suoi ingredienti, dalle cipolle, al limone ed ora anche agli avocado, sono eccellenze calabresi”.
Mariangela Latella