Werner Castiglioni, responsabile commerciale di Bio Sudtirol, la divisione del Consorzio VOG dedicata alla produzione di mele biologiche, conferma che anche per il prodotto bio, la mela è deficitaria, nella corrente campagna commerciale, di circa il 30% rispetto alla produzione media degli ultimi anni. Prima le gelate, poi la grandine hanno reso la vita dura ai produttori altoatesini nel corso del 2017.
Manca prodotto, mancano all’appello non poche varietà, la campagna commerciale terminerà tra marzo e aprile per esaurimento delle scorte, con un anticipo di almeno tre mesi sulle annate normali; i commerciali – questo non lo dice Castigioni, lo scriviamo noi – sono in imbarazzo perché alcuni clienti, inevitabilmente, non possono essere accontentati. Già, perché la richiesta di mele biologiche resta forte, è persino in crescita, e l’Alto Adige è il bacino di produzione più importante d’Europa.
“Il gap tra l’offerta e la domanda è grande – afferma Castiglioni -. Per il consumo fresco possiamo mettere sul mercato in questa campagna non più di 7 mila tonnellate di mele biologiche. E su 25 varietà bio coltivate nei nostri areali ne abbiamo a disposizione solo 12. Non che gli altri stiano meglio, quest’anno va così anche a livello globale. Tra due tre mesi trovare sul mercato europeo mele bio non sarà facile. La qualità peraltro è buona e i prezzi che si spuntano sono elevati”.
Bio Sudtirol sta comunque preparando grosse novità per il 2018, in vista della prossima campagna produttiva e commerciale, che tutti si augurano avrà quantitativi maggiori. Al Biofach di Norimberga (14-17 febbraio) Bio Sudtirol si presenterà per la prima volta con il nuovo logo a cui si accompagna tutta una linea di comunicazione di taglio innovativo a partire dai concetti di fondo che la guidano.