Quando lo scorso 2 novembre il CEO del Gruppo Carrefour Alexandre Bompard aveva annunciato l’acquisizione della catena specializzata Bio c’Bon (vedi news), i dettagli non erano stati resi noti, passando così un po’ in sordina. Uno su tutti che la cessione della catena fondata da Thierry Brissaud nel 2008 riguardasse soltanto i negozi in Francia, condannando di fatto i punti vendita aperti fuori dai confini nazionali, ovvero in Italia, Spagna e Belgio.
È così che l’edizione meneghina del Corriere della Sera ha annunciato la chiusura dal 19 dicembre prossimo di tutte le vetrine del marchio francese, lasciando un centinaio di lavoratori senza impiego né prospettiva di reimpiego. “Al momento abbiamo ricevuto lo stipendio di settembre e anche le forniture hanno subito ritardi nei mesi scorsi. Adesso la notizia della chiusura dei punti vendita ancora aperti ci ha lasciati completamente sorpresi: sapevamo che le cose non andavano bene ma non fino a questo punto”, hanno dichiarato alcuni dipendenti alla testata giornalistica.
L’esperienza commerciale di Bio c’Bon nel Bel Paese finisce dunque dopo una serie di segnali negativi, nonostante la crescita degli acquisti del bio soprattutto in fase di lockdown.
L’insegna francese, approdata a Milano 6 anni or sono, aveva preferito un modello di business differente dal tradizionale, basato sull’acquisto di singoli negozi accomunati dallo stesso brand, sganciandosi quindi dalla casa madre, ma senza ricorrere al franchising. Tuttavia, non era mai riuscita a sottrarre fette di mercato significative agli altri player del settore che, oltre ai marchi molto noti, è frammentato fra produttori a chilometro zero e aziende bio spesso a carattere familiare. E adesso il triste epilogo.