Un rosato frizzante, biologico, da metodo ancestrale. Fermentazione in bottiglia di corvina in purezza. In un anno difficile, come l’anno scorso, anche dal punto di vista climatico, caratterizzato da grandine, ecco un’idea, che da qualche tempo stava prendendo forma, tramutata in realtà. Parliamo della novità che ha in cantiere l’Azienda Agricola Valentina Cubi.
Valentina Cubi, che ama definirsi “artigiana del vino”, ci ha raccontato, con passione, l’azienda di cui è titolare, in Valpolicella. “Produciamo vini solo con le nostre uve, raccolte rigorosamente a mano da una squadra di collaboratori fidati e formati a selezionare i grappoli perfetti, i soli che diventeranno vino”, spiega con una punta di orgoglio.
La storia dell’Azienda Agricola Valentina Cubi prende avvio nel 1969, “mio marito, enologo e proveniente da una famiglia di vignaioli, si innamora di una piccola realtà di 7 ettari, a Fumane, in Valpolicella, in vendita e decide di acquistarla con l’intenzione di rifare ciò era solito fare da ragazzino con suo padre”. In quegli anni Valentina aveva due figli molto piccoli ed era insegnante delle scuole elementari e non aveva il tempo di dedicarsi alla cantina. È così che attende qualche anno prima di iniziare a dedicarvisi e, nel frattempo, il vino prodotto viene venduto ad altri imbottigliatori.
Poi l’iniziativa: “Dopo anni decido di interessarmi all’azienda agricola, prima cerco di imparare a coltivare la vite, poi, con il consenso dei miei figli, decidiamo di mettere in bottiglia i nostri vini e commercializzarli con la nostra etichetta”. L’azienda comincia a prendere forma attraverso la ristrutturazione della cantina e con la produzione dei primi vini: “nel 2005 usciamo sul mercato con il Valpolicella Classico 2004, il Ripasso 2003 e l’Amarone 1997, perché quando abbiamo deciso di imbottigliare i nostri vini, abbiamo messo da parte un piccolo quantitativo di Amarone 1997/1998/2000/2001 in modo da presentare annate importanti”.
All’inizio l’azienda lavora principalmente con l’estero, per poi dedicarsi anche all’Italia. La volontà di investire nel biologico giunge qualche anno dopo, nel 2007, anno in cui Valentina decide di sperimentare la coltura biologica su 3 ettari: “Volevamo testare cosa significasse, quali fossero i problemi e i risultati ottenuti da questa nuova iniziativa”. Le prime uve certificate BIO e così i primi vini bio, Valpolicella e Amarone, arrivano nel 2010, “è stato quindi a quel punto che abbiamo deciso di lavorare con questa tecnica in tutta l’azienda e così dal 2014 tutta la nostra produzione, vino ed olio compreso, sono certificati bio”.
L’orizzonte prospettico posto da Valentina Cubi ad inizio attività è granitico e coincide con la volontà di proporre i vini realizzati soltanto con le uve dei terreni dell’Azienda Agricola. La scelta di orientarsi sul biologico muove, invece, “dalla consapevolezza che sia necessario usare il meno possibile, se non per niente, prodotti chimici”.
Il catalogo commerciale dell’Azienda Agricola Valentina Cubi ricomprende i vini tipici della Valpolicella: Valpolicella Classico, Superiore, Ripasso, Amarone e Recioto. La produzione dell’anno si aggira attorno alle 45.000 bottiglie.
Tra i principali risultati ottenuti in questi anni, Valentina Cubi annovera l’aver individuato e raggiunto nuovi canali di vendita. Adesso l’azienda vende tramite canali specializzati nel settore del biologico e partecipa a diverse fiere specializzate nel biologico. Il Covid ha lasciato pesanti conseguenze e tuttora molti strascichi. Vendite più contenute e cancellazioni di tutte le visite in cantina. Si intravede una luce ora? “Più che una luce, un lumino” commenta.
Per quanto riguarda la situazione generale del comparto del biologico nel mercato vitivinicolo in Italia, Valentina Cubi soleva qualche riserva: “Molte aziende stanno convertendo i vigneti al bio e grandi realtà stanno producendo anche vino biologico, bisogna domandarsi, però, se la qualità venga garantita”.
Cosa rappresenta per Valentina Cubi il biologico? “È un modo di pensare, una filosofia di vita, una ricerca di miglioramento” risponde. Ricerca che trova una chiave di interpretazione anche nel nuovo vino cui l’azienda si sta dedicando, una nuova proposta rispetto ai rossi che già produce, un rosato frizzante, “che come tutta la nostra produzione, dal 2014 è biologico”.
Stefania Tessari