Aperta la procedura di fallimento giudiziale per Ki Group Holding

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È arrivato il verdetto: il tribunale fallimentare di Milano ha disposto l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale — corrispondente all’ex fallimento — per un’altra delle società appartenenti al gruppo del bio-food che fu guidato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè e dall’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro.

Alla base della decisione, come si legge nella sentenza della Sezione seconda civile – crisi d’impresa, vi sono debiti erariali e previdenziali per circa 1,4 milioni di euro accumulati a partire da ottobre 2020, un patrimonio netto negativo superiore a 6,5 milioni di euro alla data del 28 febbraio scorso, l’assenza di soluzioni alternative alla crisi, in mancanza del deposito di un accordo di ristrutturazione dei debiti, e uno stato di insolvenza tale da rendere impossibile per l’impresa far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni.

La procedura è stata aperta su istanza della Procura di Milano, guidata da Marcello Viola, e del pool di magistrati coordinato dall’aggiunto Roberto Pellicano. Anche l’Agenzia delle Entrate ha presentato istanza, richiamando crediti non riscossi per oltre 400mila euro e l’esito negativo dei tentativi di pignoramento presso terzi.

Lo scorso dicembre, la società Ki Group Holding aveva presentato richiesta di concordato in bianco tramite i propri legali, chiedendo nuove misure di protezione e dichiarando l’intenzione di depositare entro 60 giorni un piano di salvataggio, con il supporto di un potenziale investitore. Tuttavia, secondo la Procura e l’Agenzia delle Entrate, già allora sussistevano le condizioni per l’avvio della liquidazione giudiziale, in particolare alla luce dei debiti fiscali. Il termine concesso dai giudici è stato prorogato fino al 22 aprile, ma la società non ha presentato né proposta, né piano di concordato, né richiesta di omologa di un accordo di ristrutturazione, né altro strumento utile alla regolazione della crisi.

La Procura di Milano aveva già richiesto in passato il fallimento di quattro società del gruppo Visibilia, legato alla ministra, senza successo, in quanto Santanchè aveva raggiunto accordi transattivi con l’Agenzia delle Entrate.

I procedimenti in corso a carico della ministra

In relazione alla vicenda Ki Group, Daniela Santanchè risulta indagata per bancarotta e potrebbe affrontare un’accusa simile per il fallimento della società Bioera (vedi news). Per quanto riguarda il gruppo Visibilia, è aperta un’inchiesta per falso in bilancio che coinvolge, oltre alla ministra, altre 16 persone tra cui il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. Inoltre, Santanchè rischia un rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dell’Inps.

Il 5 giugno, sempre a Roma, il tribunale monocratico ha disposto il rinvio a giudizio per la ministra in merito all’accusa di diffamazione nei confronti di Giuseppe Zeno, azionista di minoranza di Visibilia Editore. Il processo è stato fissato per il prossimo 16 settembre. Il giudice ha respinto la richiesta della difesa di non luogo a procedere o, in alternativa, di trasmettere gli atti ai magistrati di Milano, dove è aperto un procedimento tra le stesse parti.

Fonte: Milano Finanza

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